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Aifa, approvata la riforma organizzativa

Aifa, approvata la riforma organizzativa

L’approvazione della riforma organizzativa dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), avvenuta il 20 novembre in seno al CDA dell’agenzia, segna un momento significativo per la sanità italiana. Questa ristrutturazione mira a rendere l’Agenzia più efficiente e reattiva alle sfide contemporanee nel settore farmaceutico.

Un cambiamento centrale introdotto dalla riforma è l’abolizione della figura del Direttore Generale, con il Presidente che assume la rappresentanza legale dell’Agenzia. Sono state inoltre istituite due nuove posizioni dirigenziali: il Direttore Amministrativo e il Direttore Tecnico-Scientifico, responsabili rispettivamente della gestione amministrativa e degli aspetti tecnico-scientifici dell’AIFA. 

La riforma prevede anche la soppressione della Commissione Tecnico-Scientifica e del Comitato Prezzi e Rimborso, sostituiti dalla Commissione Scientifica ed Economica del Farmaco. Questa nuova commissione, composta da dieci membri, avrà il compito di valutare sia gli aspetti scientifici che economici dei farmaci, promuovendo decisioni più integrate e basate sull’evidenza. 

Un altro aspetto rilevante è la semplificazione dei processi amministrativi attraverso la digitalizzazione, con l’obiettivo di aumentare la trasparenza e l’accessibilità delle procedure. Inoltre, viene posto un maggiore focus sull’Health Technology Assessment (HTA), per garantire valutazioni più approfondite delle tecnologie sanitarie. 

La riforma enfatizza anche la promozione dell’accesso a terapie avanzate, in particolare per le malattie rare e le terapie personalizzate, e incoraggia una maggiore collaborazione tra l’AIFA, le Regioni, gli operatori sanitari, le associazioni di pazienti e i cittadini. 

Questi cambiamenti sono stati introdotti in un contesto in cui la spesa farmaceutica nazionale ammonta a 36 miliardi di euro, con un tasso di crescita del 6,2%, e l’export del settore raggiunge quasi 50 miliardi di euro, rappresentando il 5% del PIL italiano. Pertanto, la riforma non solo mira a migliorare la salute dei cittadini, ma anche a sostenere un’industria cruciale per l’economia nazionale.