La salute mentale è una delle sfide più urgenti che il nostro Paese e il mondo intero devono affrontare. Tra altri autorevoli, i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono allarmanti: ben 970 milioni di persone nel mondo erano affette da problemi mentali già nel 2019; circa 264 milioni di persone soffrono di disturbi d’ansia a livello globale, pari al 3.6% della popolazione mondiale, e circa 280 milioni di persone nel mondo, ossia il 3.8% della popolazione globale, ha disturbi depressivi. In Italia, secondo i dati raccolti dall’ISTAT e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il 5.5% della popolazione italiana soffre di disturbi d’ansia, pari a circa 3,3 milioni di persone, mentre la depressione colpisce circa il 5.4% della popolazione, ossia più di 3 milioni di italiani. Anche tra i più giovani, i dati sono preoccupanti: l’8% dei bambini tra i 5 e i 9 anni e il 14% degli adolescenti tra i 10 e i 19 anni soffrono di un disturbo mentale. Uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) del 2022, pubblicato sul Journal of Affective Disorders, ha evidenziato l’impatto devastante del lockdown da pandemia di COVID-19 sulla salute mentale degli italiani: quasi nove adulti su dieci (87%) hanno vissuto forti livelli di stress psicologico, con ansia e depressione in aumento rispettivamente dell’83% e del 72%. Anche le relazioni familiari, i problemi di coppia, i disturbi adolescenziali e le difficoltà scolastiche hanno subito un peggioramento. Le categorie più colpite sono state le donne, i disoccupati e soprattutto i giovani.
Sono evidenze allarmanti, che coinvolgono tutte le fasce di età, ma preoccupano anche i disturbi dello sviluppo nei bambini e negli adolescenti. Sono evidenze che non possono essere trascurate ma al contrario comprese, accolte ed oggetto della più strutturata, concreta e mirata azione istituzionale e collettiva a protezione di vulnerabilità diffuse e soggette a stigma sociale.
Lo scenario che il Governo ha ereditato con il suo insediamento nel settembre del 2022 era quindi altamente critico, considerato che per molti anni la salute mentale è stata relegata ai margini del dibattito politico e sociale, stigmatizzata e trascurata, e che la pandemia di COVID-19 ha ulteriormente esacerbato una situazione già critica. Si consideri che l’Unione Europea ha evidenziato come l’Italia dedicasse storicamente solo il 3,4% della spesa sanitaria complessiva alla salute mentale, una percentuale significativamente inferiore rispetto a paesi ad alto reddito come Germania, Norvegia e Francia, che investono circa il 10%.
Pienamente consapevole delle sfide complesse ed immense che la salute mentale pone, il Governo ha avviato una serie di riforme strategiche volte a rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). “La salute mentale, soprattutto quella dei nostri giovani, è una priorità assoluta”: non è uno slogan annunciato dallo stesso Ministro della Salute, Orazio Schillaci, ma un impegno che ha già trovato concretezza nelle azioni attuate ed in via di attuazione, con profonda e diffusa adesione manifestata dalla maggioranza dei rappresentanti parlamentari.
La visione è infatti chiara, ambiziosa e possibile: costruire un sistema sanitario in cui la salute mentale non sia più un tema secondario, ma un pilastro centrale; come tale, la salute mentale deve essere integrata in ogni aspetto del SSN, dalla telemedicina ai servizi territoriali, e per fare questo stiamo investendo risorse e competenze.
Il cd bonus psicologo, misura resa strutturale con la Legge di Bilancio 2023, è testimone della nuova visione voluta dal Governo: il supporto psicologico è un investimento necessario in quanto ritiene che il benessere psicologico sia parte integrante del benessere generale della popolazione e deve essere il più possibile accessibile a tutti. Grazie a questo bonus, i cittadini possono usufruire di un contributo economico per accedere a sessioni di psicoterapia, con un tetto massimo di 1.500 euro a persona. È un provvedimento che ha già dimostrato la sua efficacia, sia nel rispondere alle necessità immediate delle persone, sia nel promuovere il benessere psicologico su larga scala.
Grazie all’Intesa Stato-Regioni del 2022, è stato introdotto un nuovo metodo per calcolare i fabbisogni di personale del SSN, ponendo finalmente l’accento su una rete di servizi psichiatrici adeguata e omogenea su tutto il territorio nazionale. Questo è il nostro impegno per il futuro: garantire che ogni cittadino, in ogni parte d’Italia, possa avere accesso a un’assistenza sanitaria completa e integrata. In parallelo, sono in corso di definizione riforme strutturali per garantire la sostenibilità e l’efficienza dei servizi psichiatrici. Grazie allo sblocco dei tetti di spesa per il personale sanitario, ad esempio, sarà possibile dotare le aziende ospedaliere e le strutture territoriali delle risorse umane necessarie per rispondere a una domanda in crescita. Inoltre, il Tavolo Tecnico per la Salute Mentale istituito nel 2023 dal Ministro della Salute lavora incessantemente per migliorare i percorsi di prevenzione, trattamento e riabilitazione a favore delle persone con disagio psichico, in tutte le fasce di età, rafforzando la rete territoriale, anche con l’integrazione della salute mentale nei servizi di telemedicina, affinché tutti possano accedere a un’assistenza di qualità, indipendentemente dalla loro posizione geografica. È un tavolo particolarmente attento ad ogni dimensione della salute mentale, che opera con una costante verifica di efficacia in stretta sinergia con gli enti preposti, le società scientifiche, le agenzie regolatrici, le associazioni dei familiari, del volontariato e del terzo settore.
Sul fronte delle attività parlamentari, il riscontro dell’impegno profuso è di manifesta evidenza, in particolare con due “rivoluzionari” quanto attesi provvedimenti. Il primo, attualmente già in discussione presso la Commissione permanente XII Affari Sociali della Camera dei Deputati, è un testo unico di base che raccoglie diverse proposte di legge[1] volte alla istituzione della figura dello psicologo di base, che sarà un pilastro fondamentale nella rete di supporto territoriale, lavorando a stretto contatto con i medici di medicina generale e i pediatri. Sarà infatti un presidio di primo intervento per le persone che affrontano problemi psicologici, offrendo loro supporto immediato e qualificato.
Il secondo, già in fase di discussione presso la Commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati, è conseguente ad un ciclo di audizioni relativo all’istituzione della figura professionale dello psicologo scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado, da cui sono emerse diverse proposte di legge[2], oggi in fase di discussione presso la stessa commissione. È un impegno dato dalla maturata consapevolezza che le scuole devono essere un luogo non solo di apprendimento, ma anche di sostegno ed educazione emotiva non soggetta ad alcun giudizio.
In conclusione, le misure intraprese e in fase di attuazione rappresentano un segnale di rinnovata attenzione volta non solo a migliorare i servizi esistenti, ma a creare una cultura di inclusione e della prevenzione garantendo un approccio sistemico che integri tutti i livelli di assistenza e che promuova una cultura dell’inclusione e della prevenzione, a beneficio di tutti i cittadini.
La salute mentale non è più un tema trascurato: è al centro della nostra agenda politica, e continueremo a fare tutto il possibile per tutelare il benessere psicologico dei cittadini italiani. Perché solo così potremo costruire una società più sana, più forte e più solidale.
[1] La proposta risulta il T.U. adottato come testo base dalle proposte di legge C. 814 Ciocchetti “Istituzione del servizio di psicologia di assistenza primaria nell’ambito del Servizio sanitario nazionale”, la proposta C. 1034 Lupi ’“Istituzione della figura professionale dello psicologo di base”; MALAVASI ed altri: “Istituzione dello psicologo di cure primarie” (1140); Graziano”Istituzione del servizio di psicologia di base nell’ambito del Servizio sanitario nazionale” (1171); Di Lauro ed altri: “Istituzione del servizio di psicologia del territorio e delle cure primarie nonché della figura professionale dello psicologo delle cure primarie” (1228); Patriarca ed altri: “Istituzione del servizio di psicologia di assistenza primaria nell’ambito del Servizio sanitario nazionale” (1262); Loizzo ed altri: “Istituzione del servizio di psicologia di assistenza primaria nell’ambito del Servizio sanitario nazionale” (1300)
[2] T.U. scaturente dalle proposte Di Lauro ed altri: “Istituzione della figura professionale dello psicologo scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado” (520); Marrocco e D’attis: “Istituzione della figura professionale dello psicologo scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado” (247); Scarpa ed altri: “Istituzione del servizio di supporto e assistenza psicologica presso gli istituti universitari e scolastici di ogni ordine e grado” (1108); Latini ed altri: “Istituzione della figura professionale dello psicologo scolastico nelle scuole di ogni ordine e grado” (1653).