La lotta contro la resistenza antimicrobica (AMR) si trova in una fase cruciale, con un impatto devastante sulla salute globale e l’economia. Lo ha sottolineato Stella Kyriakides, Commissario per la Salute e la sicurezza alimentare dell’Unione Europea, in occasione di un evento organizzato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Durante l’incontro, intitolato “La prevenzione e il controllo delle infezioni e la gestione degli antimicrobici: dalla politica all’attuazione nel punto di cura”, Kyriakides ha lanciato un appello urgente per intensificare le azioni globali e nazionali contro questa minaccia.
Ogni anno, nell’Unione Europea, almeno 35.000 decessi sono attribuiti alla resistenza antimicrobica, e 4,3 milioni di pazienti contraggono infezioni correlate all’assistenza sanitaria durante la loro permanenza in ospedale. Secondo Kyriakides, il 20% di queste infezioni è prevenibile tramite programmi di prevenzione e controllo delle infezioni. Misure semplici, come l’uso di dispenser per la disinfezione delle mani a base di alcol presso i letti ospedalieri, possono fare la differenza nella riduzione delle infezioni. Tuttavia, sottolinea il commissario, “il costo dell’inazione è impressionante”, evidenziando come l’inerzia in questo ambito potrebbe comportare un alto tributo in termini di vite umane e costi economici.
I dati forniti dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) confermano che la resistenza antimicrobica impone un grave onere economico ai Paesi europei. Ogni anno, la spesa sanitaria e la perdita di produttività causate dall’AMR costano ai Paesi dell’UE e dello Spazio economico europeo (SEE) quasi 11,7 miliardi di euro. Tuttavia, Kyriakides ha ribadito che con un investimento minimo – circa 3,4 euro pro capite all’anno – si potrebbe prevenire un numero significativo di infezioni e decessi, risparmiando al contempo miliardi di euro in costi sanitari. Secondo le sue stime, questo investimento potrebbe evitare oltre 10.000 decessi e prevenire quasi 613.000 infezioni, generando un risparmio di più di 2,5 miliardi di euro all’anno.
I numeri sono preoccupanti, soprattutto in prospettiva futura. Un recente studio pubblicato su Lancet prevede che entro il 2050 il mondo potrebbe vedere quasi 2 milioni di decessi direttamente attribuibili alla resistenza antimicrobica, e più di 8 milioni di morti associate. Questi dati pongono la resistenza antimicrobica come una delle principali minacce per la salute globale, richiedendo interventi urgenti per contenere la diffusione di patogeni resistenti.
Nel 2023, l’Unione Europea ha adottato un piano ambizioso per contrastare l’AMR, fissando obiettivi sia a livello nazionale che europeo per il 2030. Tali obiettivi mirano a promuovere un uso prudente degli antimicrobici e a limitare la diffusione di agenti patogeni resistenti, affrontando il problema su più fronti: dalla riduzione dell’uso eccessivo di antibiotici all’incremento delle pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie.
Come parte di questo impegno, l’UE sta sviluppando nuove linee guida per la prevenzione e il controllo delle infezioni, che dovrebbero essere pronte entro il 2026. Queste linee guida saranno fondamentali per migliorare la gestione delle infezioni ospedaliere e ridurre la resistenza antimicrobica. Inoltre, l’UE collabora con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per supportare programmi di stewardship antimicrobica in ospedali selezionati, offrendo un modello replicabile anche in altre regioni del mondo.
La resistenza antimicrobica non è un problema confinato a un singolo Paese o continente: è una minaccia globale che richiede un’azione coordinata a livello internazionale. Kyriakides ha sottolineato l’importanza della cooperazione tra Stati, evidenziando come i programmi efficaci di prevenzione e controllo delle infezioni, insieme alla gestione prudente degli antimicrobici, rappresentino gli strumenti più potenti a nostra disposizione.
La prevenzione delle infezioni ospedaliere attraverso pratiche igieniche rigorose e una corretta gestione dei trattamenti antibiotici è uno dei pilastri su cui si fonda la strategia globale contro l’AMR. Tuttavia, la consapevolezza e la formazione del personale sanitario giocano un ruolo altrettanto cruciale. Kyriakides ha ribadito l’importanza di sensibilizzare medici e infermieri riguardo all’uso appropriato degli antibiotici e alle tecniche di prevenzione delle infezioni, come la disinfezione regolare delle mani e delle superfici, misure che possono significativamente ridurre il rischio di diffusione dei batteri resistenti.
L’impegno della Commissione Europea, in collaborazione con l’OMS, mira a frenare la minaccia dell’antibiotico resistenza attraverso una combinazione di prevenzione, formazione e gestione prudente degli antimicrobici. Kyriakides ha concluso il suo intervento con un appello all’azione: “Siamo totalmente impegnati a rafforzare la nostra risposta alla resistenza antimicrobica, ma abbiamo bisogno di un forte impegno da parte di tutti i Paesi del mondo. Ogni ritardo nell’azione ci costerà caro, sia in termini economici che di vite umane”.