Barbara Marini ha un’attenzione particolare alle politiche di inclusività all’interno del mondo del lavoro. Nel 2011 entra nel board di Women in Science EMEA chapter, una iniziativa culturale e manageriale orientata allo sviluppo di soft-skills, alla creazione di networking e mentorship, e alla valorizzazione della diversità, non solo di genere, quale driver per l’innovazione.
Diversity utile per decisioni strategiche e tattiche
Logiche di apertura e di superamento di visioni obsolete, che Marini applica naturalmente all’azienda di cui è CEO, la Intercept Pharmaceuticals, specializzata in biofarmaceutica. “Sono molto attenta alla diversità, sia di esperienza sia di valore, che si può apportare all’organizzazione – ha dichiarato nel corso dell’evento Direzione Nord del 4 aprile. Essendo donna, il mio punto di osservazione nasce dal tema della gender-diversity. Ma, nel ruolo che ricopro, sono molto attenta a creare un pool di lavoro con esperienze, attitudini e talenti diversi. Dalla diversità deriva un’accelerazione dell’innovazione molto più olistica, utile nel prendere decisioni sia strategiche sia tattiche”. Diversità e inclusività, quindi, incidono non solo sulle performance finanziarie ma anche sul miglioramento del clima dell’ambiente di lavoro.
Le donne e il settore farmaceutico
In controtendenza rispetto agli altri ambiti lavorativi, dove le donne sono vittime del cosiddetto gender–gap, nel settore pharma, invece, la situazione sembra ribaltarsi. Nelle aziende farmaceutiche il 43% dei ruoli di primissimo piano è occupato dalle donne contro il 25% dell’intero comparto industriale. Le laureate e diplomate superano il 90% del totale e il 43% degli addetti sono donne contro una media del 25% del settore manifatturiero.
“Dobbiamo essere molti attenti a leggere i dati – ammonisce Marini. All’entry level, le donne rappresentano il 60% dei dipendenti dell’industria farmaceutica. Ma se parliamo dell’executive management, scendiamo al 20%”.
L’impegno con “Healthcare Businesswomen Association (HBA)”
Per diminuire il gap di genere ai piani alti delle aziende pharma, Marini è impegnata personalmente con l’associazione “Healthcare Businesswomen Association (HBA)” che ha l’obiettivo di far sviluppare in Italia competenze di management nell’industria farmaceutica oltre i generi”.
“Il settore pharma ha grandi capacità di reazione e pianificazione”
E sicuramente, da CEO di Intercepts Pharmaceuticals, la visione di Barbara Marini non è solo orientata all’inclusività. Centrali sono innovazione e digitale: “Oggi, grazie all’intelligenza artificiale o dei big data, possiamo avere una ricerca più efficace, efficiente e rapida”. “La pandemia ha dimostrato, con la rapidità di produzione dei vaccini, che l’industria farmaceutica ha capacità di reazione. Ma anche di pianificazione”. Marini evidenzia grandi passi in avanti nel settore dei vaccini, della ricerca, delle malattie rare e genetiche, dove il gap di competenza era maggiore. E il fallimento più elevato. Oggi l’innovazione ci viene incontro”.