Dalle app per l’assistenza digitale dei pazienti alle ultime svolte del biotech fino al marketing automatizzato, il presente e il futuro del mondo farmaceutico passano necessariamente dal digitale e dall’innovazione.
Una ventata di prospettive innovative ha avvolto il confronto tra manager del settore e studenti della Triennale in Biotecnologie e Biologia che si è svolto il 24 marzo all’Università degli Studi Milano-Bicocca. “Iniziative di questo tipo” – ha commentato Laura Cipolla, Presidente del Consiglio di Coordinamento didattico di Biotecnologie – sono importanti per i giovani ragazzi che si affacceranno al mondo del lavoro con una maggiore consapevolezza delle opportunità che potranno cogliere per valorizzare al meglio se stessi e le loro competenze scientifiche.” Come Ateneo cerchiamo di porre molta attenzione non solo alla formazione, ma anche a tutte quelle iniziative che possano orientare i nostri studenti nei loro percorsi di studio e professionali e colmare il divario tra accademia e industria.
L’evento è stato organizzato dall’Università in collaborazione con BioPharma Network, associazione che riunisce i professionisti del settore farmaceutico e biotech, manager e giovani talenti con l’obiettivo di sviluppare un networking di valore, favorendo l’innovazione attraverso la condivisione e contribuendo alla crescita della professionalità degli associati.
Verso una nuova generazione di farmaci, tecnologie, medici e manager
È stato Michele Barletta, Marketing & Sales Head Respiratory di Sanofi e vicepresidente di BioPharma Network, ad aprire i lavori illustrando gli scenari futuri del settore biofarmaceutico. “Oggi – ha spiegato Barletta – il contesto farmaceutico sta vivendo una profonda rivoluzione dovuta all’ondata di innovatività che sta investendo il settore, causata dall’avvento delle nuove biotecnologiche applicate, partita nel 1972 con la prima ricombinazione di DNA, e delle tecnologie digitali. Nel prossimo decennio il settore si trasformerà ulteriormente grazie all’adozione stabile della terapia genica, delle tecniche di riprogrammazione cellulare (CAR-T), dell’Editing Genomico e del silenziamento genico (RNA-i). Anche l’ingegneria tissutale e le tecniche di bio-printing impatteranno in modo importante il settore nel prossimo futuro. In parallelo all’avvento dei nuovi farmaci biotecnologici il settore è investito anche dall’innovazione attraverso il digitale e l’Hi-Tech, con l’introduzione nei prossimi anni di tecnologie “disruptive” in ambito salute. Canali digitali, App, biosensori, l’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale nei modelli di sanità interconnessa, i dispositivi tecnologici indossabili, medical device intelligenti, robotica, blockchain, realtà aumentata, telemedicina, e altre tecnologie permetteranno sempre più di poter integrare alla terapia servizi aggiuntivi utili per il paziente, i clinici e il sistema sanitario. Prevenzione, diagnosi, cura e monitoraggio; l’innovazione Hi-Tech permetterà di innovare in tutti gli step della gestione clinica, facendo nascere nuovi canali di comunicazione bidirezionali con medici, pazienti e istituzioni e tra tutti i soggetti coinvolti nel processo di cura e gestione del paziente. Un domani che, per forza di cose, sarà appannaggio della nuova ondata di giovani manager del settore farmaceutico che si confronterà con la nuova generazione di medici, entrambi nativi digitali e biotech. Barletta ha evidenziato che il futuro è costituito da nuove competenze biotecnologiche e digitali, un cambio generazionale e di mentalità necessario per far fronte all’“ondata di innovatività”. E quindi? Ecco perché questo apre grandi opportunità professionali per la nuova generazione di Biologi e Biotecnologi che vuole svilupparsi in ambito Pharma. Il vicepresidente di BioPharma Network ha rivolto poi un appello ai ragazzi: “studiate, siate consapevoli, specializzatevi e perseverate”. Sempre con un occhio verso il futuro e le novità tecnologiche.
Nuovi problemi, nuovi modelli e figure di business
Anche per Angela Genco, Head of Multichannel Marketing & Sales di Bayer, “il mondo della salute sta cambiando di pari passo con le evoluzioni della dimensione digitale. “Tra nuove forme di comunicazione e interazione con medici, pazienti e payor, tecnologie innovative e mindset aggiornati, l’innovazione digitale oggi è indissolubilmente legata all’industria farmaceutica e sta generando una profonda trasformazione”.
È cambiato, quindi, il mondo degli stakeholders del pharma: oggi hanno sempre meno tempo e hanno ridotto le occasioni per il gli incontri faccia a faccia a causa del Covid-19; ricercano attivamente le infomazioni di cui necessitano attraverso tutti i canali di comunicazione; i pazienti hanno un ruolo sempre più attivo. Ad esempio quando si rivolgono al “Dott. Google”. Il panorama del mondo pharma cambia con l’ingresso del marketing automatizzato, del machine learning, dell’intelligenza artificiale e della realtà virtuale. Innovazioni che aprono la strada a nuovi ruoli nel settore, tra cui quello del digital health manager.
I cambiamenti innescati dalla “sindemia” (senza dimenticare i pazienti)
Il contatto telematico è stato sicuramente spinto e favorito dalla pandemia che, come ha fatto notare Andrea Rizzi, Regional Affairs and Public Affairs & Sustainability di Novartis, ha introdotto approcci virtuali grazie a piattaforme di arruolamento digitali, app per il self assessment dei sintomi e wearable device. Il vento del cambiamento soffia anche dalle parti dell’informazione scientifica del farmaco. Un’area che – come ha illustrato Domenico Guajana, Presidente di BioPharma Network – oggi richiede grande preparazione per poter divulgare tecnologie farmaceutiche sempre più sofisticate e la capacità di collaborare con le diverse funzioni aziendali e interlocutori esterni nell’interesse dei pazienti.
Ma è importante anche che quel farmaco sia riconosciuto dal mercato per il suo valore, spostando il focus dal prescrittore a una pluralità di stakeholders, come ha ricordato Maria Elena Soffientini, Market access & Public Affairs di Lundbeck.
Senza dimenticare che stakeholder fondamentale di tutto il sistema resta il paziente. È infatti proprio attraverso un percorso di ascolto e restituzione che il settore lavora ogni giorno per migliorare la qualità di vita e rispondere agli unmet needs dei pazienti. Loretta Mameli, Patient Engagement Lead di Janssen, ha parlato infatti in questa sede dell’importanza di una visione “pazientecentrica”, illustrando un progetto come Cicatrici che riporta il paziente al centro.