“Nonostante la netta presa di posizione del Governo italiano e l’impegno di molti gruppi parlamentari, il voto del Parlamento europeo sulla revisione della legislazione farmaceutica UE è da considerare negativo. Sia per l’accesso dei cittadini ai farmaci e all’innovazione continua nelle terapie. Sia per la competitività, già minata da tempo, dell’industria in Europa rispetto ai suoi grandi competitor internazionali: Stati Uniti, Cina, Giappone, India e più recentemente Paesi Arabi.
Una giornata nera per la salute dei pazienti e per il patrimonio industriale delle Life Sciences.
Dopo questo primo passaggio ci auguriamo che, con il rinnovo del Parlamento Europeo di giugno, si possa correggere la linea tutelando innanzitutto la proprietà intellettuale che incredibilmente viene ridotta in Europa, mentre in altre grandi Nazioni è ampliata.
È necessario un veloce cambiamento culturale che riporti l’innovazione e l’industria al centro, evitando gli estremismi ideologici”.