Marcello Cattani, da pochi giorni presidente di Farmindustria, ha illustrato, nel corso di un’assemblea pubblica, le sfide che attendono l’associazione delle imprese del farmaco nel contesto europeo.
“Il conflitto in Ucraina ha rimesso tutto in gioco”
“Nel 2020 e nel 2021 – si legge nella relazione – la società, la politica, la scienza e l’industria, oltre a rispondere all’emergenza, si sono preparate alla “nuova normalità” del mondo post pandemia all’insegna del “build back better”. E quando sembrava finalmente possibile ricostruirlo meglio di prima – grazie ai vaccini e ai farmaci resi disponibili in tempi record e ad una campagna vaccinale di cui il nostro Paese deve andare orgoglioso – il conflitto in Ucraina ha rimesso tutto in gioco”.
Di fronte ai nuovi scenari geopolitici e ai mutamenti profondi della società, che evidenziano denatalità e maggiore invecchiamento, “la ricerca delle aziende non si ferma: ricerca personalizzata, prevenzione, terapie avanzate, combinazioni tra farmaci, devices e tecnologie digitali, companion diagnostics, multidisciplinarità trasformano e alimentano la pipeline. Gli investimenti già programmati tra il 2021 e il 2026 sono pari a 1.300 miliardi di euro nel mondo, +10% rispetto alle proiezioni precedenti la pandemia: un’accelerazione che rafforza il primato della farmaceutica nella ricerca mondiale”.
Record storico di prodotti in sviluppo
“Nel 2021 – spiega Cattani – abbiamo avuto a livello globale il record storico di prodotti in sviluppo, oltre 18 mila, e di nuovi farmaci autorizzati: 84 rispetto ai 56 del triennio 2017- 2019, dei quali 40 per malattie rare e 44 “first in class”.
Il rischio derivante dalle fratture geopolitiche
Nonostante ciò, il settore farmaceutico deve fare i conti con il rischio che, in questo scomporsi e ricomporsi della realtà globale, le linee di frattura geopolitiche finiscano per intersecare gli scambi internazionali. “Rendendo, così, più complesso l’approvvigionamento delle materie prime e dei medicinali, con rischi di carenze che dobbiamo assolutamente scongiurare”.
Settore digital e sostenibile
“Per questo noi, imprenditori e manager dell’industria farmaceutica in Italia, stiamo sviluppando un’analisi di scenario che condivideremo con le Istituzioni europee, nazionali e regionali, collaborando sempre più in modalità sinergica, responsabile ed interconnessa, sul presente e sul futuro della scienza, della salute e della società”, aggiunge Cattani. Il settore si mostra in linea con le evoluzioni della società: “Da anni abbiamo adottato approcci “digital” e di sostenibilità ambientale, con la riduzione delle emissioni e l’introduzione diffusa di tecnologie “green”. Siamo il primo settore per quota di imprese innovative, in ricerca e produzione,
logistica, organizzazione. Siamo primi per open innovation, un processo di co-creazione di valore con il resto della filiera industriale, distributiva e scientifica di centri pubblici di ricerca e università”.
“Per l’Italia imprese del farmaco sono patrimonio”
“Per l’Italia le imprese del farmaco sono un patrimonio, un generatore di valore su cui investire per attrarre risorse umane altamente qualificate. Il loro valore nasce da competenza, tecnologia, specializzazioni di eccellenza nella ricerca, nella manifattura, sinergia con le Università e con la filiera. E da un mix equilibrato tra aziende a capitale estero che investono molto nel nostro Paese e aziende a capitale italiano – grandi, medie e piccole – fortemente internazionalizzate”. C’è una sfida da affrontare: “La nostra dimensione nazionale deve collocarsi in un quadro più ampio. L’Europa è un player di primo piano nello scenario globale per l’accesso a farmaci e vaccini. Come cittadini europei non possiamo permetterci di perdere terreno a favore di aree del mondo già affermate come Stati Uniti e Cina o di non considerare il ruolo di realtà emergenti come gli Emirati Arabi, che lavorano velocemente per divenire un hub mondiale in Medio Oriente e un ponte verso
l’Asia”.
“Occorre superare la logica dei tetti e dei silos di spesa”
“Per questo il valore strategico della spesa sanitaria e in R&S va messo all’ordine del giorno per la riforma del Patto di stabilità e crescita europeo e occorre senz’altro superare la logica dei tetti e dei silos di spesa, come più volte sottolineato con visione dal Ministro della Salute. Ci appelliamo a questa nuova consapevolezza perché i progressi degli ultimi anni siano consolidati il prima possibile, per assicurare da subito il pieno impiego di tutte le risorse disponibili per i farmaci nei due tetti e nel fondo innovazione”.