Si svolgerà il 28 ottobre alle 17.30 il secondo appuntamento dei “Momenti in mostra”, un palinsesto di performance artistiche ed eventi organizzati dai ragazzi del Bullone in collaborazione con i partner del progetto.
L’evento “Come si riparte. Guardare alle cicatrici di questo tempo per ripensare società, lavoro e salute”, in partnership con Janssen Italia, sarà un momento per riflettere sul ritorno al new normal e sul futuro del lavoro, per raccontare come le aziende stanno affrontando la ripartenza ma anche il rientro fisico in ufficio, una nuova quotidianità in una società e una sanità in continuo cambiamento. I ragazzi del Bullone dialogheranno non solo con le istituzioni – sarà infatti presente per Regione Lombardia il presidente della Commissione Salute Emanuele Monti – ma anche con alcuni dipendenti dell’azienda, che racconteranno la loro storia non solo professionale ma anche personale per riflettere su cosa ci ha lasciato questa pandemia.
L’evento rientra nella cornice dei percorsi di approfondimento che sono stati organizzati a margine della mostra “CICATR/CI MILANO_L’Arte di Ripartire” inaugurata con successo il 26 ottobre scorso alla presenza di Stefano Boeri, Presidente della Triennale Milano e del nuovo Assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano, Lamberto Bertolè.
La mostra è un progetto artistico nel quale i ragazzi del Bullone della Fondazione Near, presieduta da Bill Niada, giovani ragazzi affetti da patologie gravi e croniche, hanno coinvolto persone, aziende ed enti del Terzo settore e “trasformato le cicatrici collettive in opere d’arte stampate in 3D dall’artista Giuditta Gilli Ravalli”.
Rimarranno in esposizione alla Triennale fino a domenica 31 ottobre (dalle 11.00 alle 20.00, ingresso gratuito con Green pass obbligatorio) le sei statue a grandezza umana, copie del David di Michelangelo e della Venere di Milo “dipinte” con le cicatrici lasciate dal Covid-19: due icone della bellezza hanno fatto da “tela” alle riflessioni del gruppo di lavoro e alla creatività dell’artista e designer Giuditta Gilli Ravalli ma anche alla forza delle Onlus e degli ospedali, alle aziende partner del progetto e a una Milano che si rialza per lasciare un segno, che non sia solo una ferita.
Ogni partecipante ha composto l’opera attraverso un workshop di riflessione guidato dall’artista e dallo staff del Bullone. Così sono nate le sei opere che popolano la mostra, stampate in 3D a grandezza umana in collaborazione con +Lab, il laboratorio di stampa 3D del Politecnico di Milano.