Il 18 settembre, a Palazzo San Macuto a Roma, ha ufficialmente preso il via la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid. A guidarla sarà il senatore di Fratelli d’Italia, Marco Lisei, eletto presidente con i voti del centrodestra. Lo affiancheranno il vicepresidente Francesco Maria Salvatore Ciancitto (Fdi) e il segretario Stefano Benigni (Forza Italia). Tuttavia, la vicepresidenza di minoranza non è stata assegnata: Movimento 5 Stelle e Italia Viva, pur presenti in aula, non hanno partecipato al voto.
Raffaella Paita (Italia Viva) ha spiegato il suo rifiuto di accettare la vicepresidenza, sostenendo che la posizione spetterebbe al Partito Democratico, la principale forza di opposizione. “Ho partecipato alla prima seduta per rispetto istituzionale e perché ritengo necessario fare luce su una vicenda che ha segnato profondamente il nostro Paese”, ha dichiarato Paita. Il Partito Democratico, Azione e Alleanza Verdi e Sinistra avevano già manifestato l’intenzione di non prendere parte ai lavori della commissione.
Francesco Boccia, presidente dei senatori del PD, ha dichiarato che “non ci sono le condizioni per partecipare a una commissione che non prevede una valutazione completa delle responsabilità, incluse quelle delle Regioni”. Nonostante l’assenza di queste forze politiche, la commissione si è insediata regolarmente alle 8:30 di questa mattina. Inaspettatamente, il Movimento 5 Stelle ha deciso di partecipare ai lavori con il proprio leader Giuseppe Conte, sostituendo i membri inizialmente nominati. Conte, già presidente del Consiglio durante la pandemia, ha affermato: “Siamo qui per fare chiarezza, senza nascondere nulla. È nostro dovere istituzionale contribuire affinché situazioni del genere non si ripetano”. Le sue parole indicano chiaramente la sua intenzione di non sottrarsi a eventuali responsabilità, nonostante il rischio di essere uno dei principali imputati secondo l’analisi del centrodestra.
Gli obiettivi della commissione
Istituita definitivamente il 14 febbraio scorso dall’Assemblea di Montecitorio, la Commissione Covid indagherà sulla gestione della pandemia, con particolare attenzione alle decisioni prese dal governo di allora e all’efficacia delle misure attuate. Tra i punti centrali dell’indagine, si cercherà di chiarire perché il Piano pandemico nazionale, aggiornato per l’ultima volta nel 2006, non sia stato attivato tempestivamente, nonostante la dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria internazionale da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il 30 gennaio 2020.
Il lavoro della commissione si concentrerà anche sulle attività svolte dal Comitato tecnico-scientifico e dalla task force istituita presso il Ministero della Salute il 22 gennaio 2020. Le opposizioni, ad eccezione di Italia Viva, hanno espresso forti critiche all’istituzione della commissione, considerandola uno strumento politico per accusare il precedente governo.