Il Payback per i dispositivi medici non è incostituzionale. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale il 22 luglio attraverso due sentenze relative alle misure in vigore tra il 2015 e il 2018. Secondo la Consulta, infatti, questo “presenta di per sé diverse criticità, ma non risulta irragionevole né sproporzionato”.
Le due sentenze, numerate 139 e 140, hanno trattato diversi aspetti del meccanismo di payback. La n. 139 ha esaminato le disposizioni introdotte nel 2023, dichiarandole incostituzionali per quanto riguarda la condizione che obbligava le imprese a rinunciare al diritto di contenzioso per beneficiare di una riduzione del debito. Un dato che è stato visto come un tentativo di bilanciare gli interessi finanziari senza comprimere i diritti legali delle aziende.
La sentenza n. 140 ha confermato la costituzionalità del payback per il periodo 2015-2018, previsto dall’articolo 9-ter del decreto legge n. 78 del 2015. La Corte ha ritenuto che il sistema di payback, nonostante presentasse criticità, non fosse né irragionevole, né sproporzionato. Ha sottolineato che il contributo richiesto alle imprese aveva una giustificazione solidale e sociale, considerata la grave crisi finanziaria del periodo e l’esigenza di garantire la disponibilità di dispositivi medici essenziali.
In seguito, sono state introdotte modifiche legislative per tentare di mitigare l’impatto finanziario sulle imprese. Il decreto legge n. 34 del 2023 ha istituito un fondo statale per ridurre la quota di payback a carico delle imprese, consentendo loro di pagare solo il 48% dell’importo originariamente dovuto se rinunciavano a procedimenti legali futuri. Tuttavia, questa disposizione non ha eliminato le tensioni, poiché molte aziende si sono trovate di fronte alla difficile scelta tra accettare la riduzione o continuare le battaglie legali per opporsi all’applicazione retroattiva del payback.
Il sistema di payback sui dispositivi medici ha subito numerosi aggiustamenti nel corso degli anni per bilanciare il controllo della spesa pubblica e la sostenibilità finanziaria delle imprese del settore. Nonostante le recenti decisioni della Corte Costituzionale, il dibattito su questo sistema rimane aperto e sono attesi sul tema ulteriori sviluppi normativi e legali. Le regioni beneficeranno degli importi recuperati, ma le imprese dovranno continuare a muoversi in un contesto normativo in evoluzione che potrebbe influire sulla loro stabilità finanziaria e sulla capacità di fornire dispositivi medici essenziali per il Sistema sanitario nazionale.