C’è una nuova pedina nella Direzione Generale Welfare della Lombardia. Dall’Azienda Zero di Padova arriva Francesco Bortolan. Lo ha deciso la giunta guidata dal presidente Attilio Fontana il 19 aprile, dentro una più ampia riorganizzazione di vari settori della Regione che visto la conferma o la nomina di nuovi dirigenti e manager pubblici di Palazzo Lombardia.
Classe ’72, una laurea in ingegneria informatica a Modena e Reggio Emilia, Bortolan è anche titolare di docenze universitarie e incarichi per conto di Agenas. Dal 2008 è dirigente della sanità del Veneto. Prenderà servizio in Lombardia il primo di maggio, per un incarico che dura fino a 30 aprile aprile 2024. Lavorerà alle strette dipendenze del Direttore Generale Giovanni Pavesi, anche lui provenienza veneto (come del resto il Dg di Aria, Lorenzo Gubian), che è subentrato da pochi mesi allo storico Dg Marco Trivelli sin dai tempi del “Celeste” Roberto Formigoni, su chiamata dell’assessore Letizia Moratti.
Per Bortolan missione spesa sanitaria
Continua dunque a cambiare la scacchiera del welfare lombardo. Per una riorganizzazione che guarda ben oltre la pandemia. L’obiettivo? La riforma della legge 23, della presa in carico dei pazienti cronici e in generale alle modifiche del sistema socio-sanitario regionale per far fronte a demografia, invecchiamento della popolazione, aumento della cronicità e conseguente aumento della spesa necessaria per il welfare.
Sarà un caso ma le specialità dell’ingegner Bortolan sono proprio queste. Da anni si occupa del monitoraggio dei tempi e delle liste d’attesa riferiti alle prestazioni sanitarie; ha una lunga esperienza nella gestione dei flussi informativi, dell’analisi sulla mobilità interregionale per ragioni sanitarie dei pazienti che fa entrare, o uscire, ingenti risorse dai bilanci delle Regioni attraverso il meccanismo delle compensazioni di spesa. In Veneto il saldo era positivo per 200 milioni di euro. Ma soprattutto è esperto nel monitoraggio della spesa sanitaria e nella produzione e aggiornamento di indicatori ospedalieri e territoriali sulla base dei quali vengono poi ripartite le quote variabili del Fondo Sanitario Nazionale. Tanto da essere stato anche nominato membro del Comitato Nazionale Permanente per la verifica e l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (monitoraggio Lea).
Dg Welfare, le sette funzioni di Bortolan
Sono 7 le funzioni dentro la Dg Welfare che sono state affidate a Francesco Bortolan che diventa di fatto il braccio operativo di Pavesi. La delibera 4584 della giunta lombarda, pubblicata il 19 aprile, le mette in fila: monitoraggio dell’applicazione in Lombardia del D.M. 70/2015 che stabilisce gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera.
Secondo: sviluppo di modelli di riorganizzazione ospedaliera che siano coerenti con i Poas (Piano di Organizzazione Aziendale Strategico); Terzo: “Sviluppo di indicazioni per forme innovative di organizzazione sanitaria ospedaliera – si legge nella delibera della giunta Fontana – inerente le reti clinico assistenziali e organizzative nonché la gestione delle condizioni di cronicità/fragilità in collaborazione con UO Programmazione e UO Rete Territoriale”. E ancora: promuovere azioni per migliorare l’appropriatezza delle prescrizioni terapeutiche e per il governo dei tempi di attesa nelle attività di ricovero e ambulatoriali; supporto per la progettazione di nuovi ospedali per Bortolan che, non a caso, in Veneto è stato anche componente della Commissione Regionale per gli Investimenti in Tecnologia e Edilizia, mentre proprio a Padova prende piede in questi mesi ((si è fase di studio di fattibilità) uno dei progetti più innovativi per un nuovo ospedali con un maxi investimento da 481 milioni di euro; infine l’ingegnere informatico si dovrà occupare di collaborare con l’unità operativa Rete Territoriale per mettere in campo modelli che favoriscano la continuità assistenziale ospedale-territorio e con l’unità operativa Programmazione-Strutture cronicità e Cure primarie di organizzare le attività dei POT (Presidio ospedaliero territoriale) e dei Press (Presidio socio sanitario territoriale).
Sanità, il Veneto fucina di manager
Oltre agli aspetti operativi a colpire, ancora una volta, è il dato politico. Dopo Giovanni Pavesi e Lorenzo Gubian chiamati in Lombardia, dopo Giorgio Palù convocato alla presidenza dell’Aifa e Domenico Mantoan alla guida di Agenas, o ancora Andrea Crisanti chiamato dal ministro Speranza nei mesi più duri della pandemia, è ancora una volta il sistema-Veneto la fucina dei manager pubblici di welfare e sanità. Un dominio che, al momento, pare incontrastato.