La si potrebbe definire una rivoluzione della normalità. Le cure primarie affidate a chi si occupa di cure primarie. Ora anche in Italia, ultimo Paese europeo ad adeguarsi, saranno i Medici di medicina generale (Mmg) a poter prescrivere tre nuove categorie di medicinali per i malati di diabete. Si tratta di inibitori del SGLT2, agonisti recettoriali del GLP1 e inibitori del DPP4, farmaci che hanno raggiunto sempre una maggior importanza per il trattamento del diabete e delle sue complicanze. Lo ha deciso l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) con la Nota 100 introdotta in questi giorni.
Brignoli (Simg): “I benefici saranno numerosi”
Una decisione, attesa da tempo, i cui benefici “sono numerosi” spiega a true-news Ovidio Brignoli, vice presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primaria (Simg), sebbene il documento non si ponga l’obiettivo, per ora, di definire la rimborsabilità dei farmaci ma di costruire una strategia mista fra medicina di Base e specialisti diabetologi per individuare la scelte terapeutiche più appropriate in base alle caratteristiche del singolo paziente, del suo quadro clinico generale e dei fattori di rischio che presenta.
“Diabete, terapie nuove senza ricorrere allo specialista”
Il primo vantaggio è anche relativo alla velocità di accesso alle cure. “Le persone con diabete – dice Brignoli – potranno utilizzare terapie nuove senza dover ricorrere alla visita dello specialista che spesso comporta mesi di attesa”. Inoltre le nuove terapie “oltre ad essere efficaci e ben tollerate nei confronti della malattia diabetica offrono numerosi vantaggi per i soggetti con cardiopatie o nefropatie e per i soggetti a rischio”. Infine “il terzo vantaggio è che l’offerta terapeutica si amplia a dismisura fornendo al medico numerose opportunità per la costruzione di una terapia molto personalizzata” e la persona con diabete “potrà contare per la gestione della malattia diabetica, sul proprio medico di famiglia con il quale ha facilità di accesso e continuità di cura nel tempo” spiega il vice presidente della Simg.
In Italia 3,5 milioni di pazienti diabetici
Da un punto di vista dell’impatto, almeno potenziale, si parla di numeri elevatissimi: il diabete mellito di tipo 2 è una delle patologie cronico-degenerative con la più elevata incidenza in Italia, pari al 6-7% della popolazione e cioè oltre 3,5 milioni di pazienti a cui spesso sono associate comorbidità varie, in particolare dopo una certà età. Solo in Lombardia, la regione italiana con il maggior numero di persone affette da diabete, in termini assoluti assoluti si parla 575mila pazienti pari ad un’incidenza del 5,72% sulla popolazione. Di questi uno su tre risiede nella Citta Metropolitana Milano. E infine vi è il dato sulla presa in carico: anche prima delle novità introdotte da Aifa, stime parlavano del 35% dei pazienti che veniva seguito esclusivamente dal medico di medicina generale ma secondo altri numeri questa proporzione è superiore a un paziente su due. Che tuttavia fino ad oggi non era autorizzato a prescrivere queste categorie di farmaci, tra le migliori terapie in circolazione per il diabete mellito di tipo 2, e che non si basano più sulla mera correzione della glicemia ma sulla prevenzione di complicanze cardiovascolari e renali. A cominciare da quelle più frequenti a livello statistico come i rischi cardiovascolari e in particolare lo scompenso cardiaco, l’infarto del miocardio e l’ictus.
Brignoli: “Il provvedimento del Ministero è una importante conquista clinica del Mmg”
Più in generale si tratta di un cambio di paradigma – tardivo per quanto riguarda l’Italia rispetto al resto d’Europa – sul ruolo delle cure primarie e dei Medici di medicina generale nella gestione del paziente cronico. “Da molti anni i Mmg più attenti hanno acquisito competenze e strumenti per un’adeguata gestione delle persone con cronicità in particolare le persone con diabete e con ipertensione – afferma Brignoli – ma tutto questo lavoro era limitato dalla possibilità di accedere alle terapie che oggi, grazie alla nota 100, si sono aperte”. Un provvedimento dell’Agenzia del Ministero della Salute che il vice presidente della Simg non esita a definire come “una delle più importanti conquiste cliniche e professionali del Mmg” pur senza “nascondere il problema che usare adeguatamente queste molecole significa integrare la propria conoscenza ed esperienza studiando tutte le possibilità offerte da questi nuovi farmaci”.
Diabete e medici: sta cambiando la professione
Sta cambiando la professione? Difficile fornire una risposta definitiva, per Ovidio Brignoli, “perchè in questo momento non sono previsti investimenti significativi sulla figura del Medico”. Di certo si possono mettere alcuni punti fermi. Se il futuro è della “sanità di prossimità” allora giusto parlare di “una medicina che va verso la persona e non la persona che rincorre la medicina”. Dove “le malattie croniche dovranno essere sempre più trattate a domicilio” e “grazie ai nuovi farmaci molte malattie metaboliche, neurologiche ed oncologiche potranno essere trattate a casa con il supporto dei Mmg”.
Il Medico del futuro: formazione, competenze e disponibilità a essere valutato
Di cosa c’è bisogno per realizzare tutto ciò? “Il Medico di Medicina Generale del futuro ha bisogno di poche cose che al momento non sembrano essere inserite nella programmazione futura” chiude il vice presidente della Simg. Per raggiungere l’obiettivo di “una medicina generale che risponda adeguatamente ai bisogni della popolazione servono personale amministrativo, sanitario e reti informatiche funzionanti ed integrate” con “il Medico che deve ricevere formazione continua, competenze e disponibilità ad essere valutato”.