Sono entrate anche le Dipendenze nella Legge di Bilancio 2022 approvata il 30 dicembre dal Parlamento. Anche in considerazione delle conseguenze psico-fisiche causate dall’emergenza epidemiologica del Covid, la Finanziaria ha istituito il “Fondo di intervento per la prevenzione e il contrasto delle dipendenze tra le giovani generazioni”: due milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023. È uno dei tasselli delle misure per i giovani volute dal governo nella manovra anche in relazione al fatto che il 2022 è stato proclamato “Anno europeo dei giovani” alla cui promozione sono andati 5 milioni di euro. Cinque misure in totale approvate dalla maggioranza agli articoli 39, 41 e 117 della Legge di Bilancio, che vanno dal Fondo di garanzia prima casa fino alla carta elettronica dei 18enni per lo sviluppo della cultura che tutte insieme costeranno 738,8 milioni di euro.
Risorse per progetti in materia di prevenzione e contrasto delle dipendenze
Un piccolo ruolo, dentro questa somma, se lo è ritagliato anche il Fondo di contrasto alle dipendenze fra le giovani generazioni: le risorse serviranno a finanziare la realizzazione di progetti a valenza ed impatto nazionale in materia di prevenzione e contrasto delle dipendenze comportamentali e da sostanze nelle giovani generazioni. All’attuazione dei progetti possono partecipare sia i servizi pubblici che gli enti di ricerca pubblici e privati, le università e gli enti del privato sociale.
Focus anche su prestazioni sociali e gestione degli interventi
Ci sono tuttavia altre misure che, in maniera indiretta, potranno impattare sul tema delle Dipendenze non solo da sostanze, esploso nei mesi duri della pandemia anche come conseguenza dell’isolamento forzato, chiusura scuole e assenza di relazioni sociali. In particolare è stato definito il contenuto dei livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps), e gli ambiti territoriali sociali (ATS) nei quali programmare, coordinare, realizzare e gestire gli interventi, i servizi e le attività utili al raggiungimento degli stessi e nonché la realizzazione dell’offerta integrata sul territorio, come peraltro prevedono alcuni degli interventi inseriti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nell’ambito delle politiche per l’inclusione e la coesione sociale. Il piano consentirà ai Comuni d’Italia di mettersi a posto in termini di personale dedicato all’assistenza sociale: ogni ente locale potrà fare assunzioni per raggiungere la soglia di un professionista ogni 6.500 abitanti entro il 2026. L’emendamento approvato ha rimosso infatti i vincoli alle assunzioni di personale specifico nella Pa in vigore fino al 2021.
Insegnanti ed enti di prevenzione del disagio psico-sociale e delle tossicodipendenze
Da ultimo una misura che riguarda gli insegnanti. È stata abrogata infatta la previsione in base alla quale, a partire dal biennio 2022-2023, sarebbero state soppresse le disposizioni che prevedono la possibilità di collocare fuori ruolo docenti e dirigenti scolastici che vengono lavorativamente assegnati in enti che operano nel campo della prevenzione del disagio psico-sociale e delle tossicodipendenze, della formazione e della ricerca educativa e didattica, oppure presso associazioni professionali del personale direttivo e docente.