Atteso dal 2014, finalmente il nuovo Piano Oncologico Nazionale sta per essere approvato. Da queste pagine avevamo già anticipato la bozza che ora sta riscuotendo critiche e commenti da parte di addetti ai lavori e figure istituzionali.
True-news.it ha chiesto il parere all’onorevole del PD Elena Carnevali, componente della XII Commissione Affari Sociali. Che si mostra soddisfatta per l’imminente approvazione: “Essere alla vigilia dell’approvazione del nuovo piano oncologico è già una buona notizia. Il Partito Democratico aveva già sollevato, a ottobre del 2020 con una risoluzione diventata poi unitaria, la necessità di rinnovare ed approvare un nuovo piano essendo ormai scaduto nel 2016 il precedente ed era evidente che gli effetti indiretti della pandemia sarebbero ricaduti – come purtroppo si è avverato – su quella che abbiamo chiamato sanità sospesa.
Carnevali: “Salvare le vite umane dall’infezione da Covid- 19 allo scoppio della pandemia era una priorità assoluta”
Salvare le vite umane dall’infezione da Covid- 19 allo scoppio della pandemia era una priorità assoluta anche per l’impatto sulle strutture sanitarie. Al tempo stesso, però, la situazione ha determinato ritardi o sospensioni degli screening, dell’accesso a visite o follow up di attività diagnostiche e terapeutiche anche per i pazienti oncologici, con dati impietosi che stiamo cercando di sanare con il piano di recupero delle liste di attesa di quasi un miliardo in due annualità”.
“Incidere maggiormente sulla prevenzione”
Nonostante ci sia finalmente una bozza, e a breve un’approvazione, il piano sembra, però, ricalcare alcuni concetti ben noti. A partire dalla qualità dello stile di vita: quindi, riduzione del fumo di sigarette, consumo eccessivo dell’alcol e stimolo all’attività fisica. E, infatti, Carnevali sostiene si debba “incidere maggiormente sulla prevenzione primaria visto l’incremento del numero di nuovi fumatori o i cattivi stili di vita. Dobbiamo incidere di più anche sui nuovi screening introdotti in via sperimentale come quelli dedicati per l’individuazione del cancro al polmone (Lung Ambizion Alliance). Concordiamo e sosteniamo la volontà del ministro Speranza di rafforzare l’assistenza territoriale e domiciliare che può permettere anche di trasferire alcune prestazioni ambulatoriali in quella sede con personale e mezzi che vanno implementati”.
Carnevali è soddisfatta perchè il piano “ha visto l’ apporto alla stesura del nuovo piano oncologico delle società scientifiche e delle associazioni di pazienti, che noi conosciamo solo per indiscrezioni giornalistiche, è di grande valore per il livello del contenuto”. La deputata, però, tiene a una premura: “Ovvero – prosegue – che il nuovo piano sia coerente con il Piano Cancro Europeo, con le “10 iniziative Faro”, con la definizione degli obbiettivi, che ritroviamo nella bozza all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni a cui vanno affiancati tempistiche, indicatori di verifica, risorse allocate per il raggiungimento degli obbiettivi. Abbiamo bisogno di un Piano che veda la sua applicabilità concreta oltre il monitoraggio. Faccio qualche esempio: il Piano Europeo prevede la vaccinazione HPV di almeno il 90% della popolazione bersaglio di ragazze nell’UE e un aumento rilevante della copertura vaccinale dei ragazzi entro il 2030; con particolare riferimento all’individuazione precoce del cancro. È quindi proposto un nuovo programma di screening dei tumori sostenuto dall’UE per aiutare gli Stati membri a garantire che il 90% della popolazione che presenti i requisiti per lo screening del carcinoma della mammella, della cervice uterina e del colon-retto abbia la possibilità di sottoporvisi entro il 2025. Cioè tra tre anni”.
Il PNRR con la Missione 6 e il PON sanità per il sud per un totale di quasi 20 miliardi di euro e le risorse del fondo sanitario che dagli attuali 124 miliardi di euro, arriverà a 126 miliardi di euro nel 2023 e 128 mld nel 2024, sono una fonte di finanziamento.
Carnevali: “Va riconosciuto lo sforzo, mai visto prima, di invertire la dinamica dei finanziamenti del FSN”
Ancora Carnevali: “Va riconosciuto lo sforzo, mai visto prima, di invertire la dinamica dei finanziamenti del FSN che in quasi due anni ha visto investire 10 miliardi di euro per la parte ordinaria oltre e quelle straordinarie di pari entità per emergenza Covid. Accanto a questi finanziamenti vanno individuate risorse certe per le reti regionali oncologiche, per il piano “Samira” per nuove tecnologie radiologiche o nucleari, incentivare la medicina di precisione e per la garanzia dei sostegni, tra cui quello psicologico in tutto il percorso di cura”.
E’ attuabile dalle Regioni?
Ora, però, bisogna fare in modo che tutte le regioni possano applicare efficacemente il piano che, c’è da dire, è carente anche di indicazioni precise sulle tempistiche di raggiungimento degli obiettivi: “L’accordo Stato-Regioni del 2019 individuava nella rete oncologica il miglior modello organizzativo per un adeguato livello di accoglienza ed integrazione tra assistenza territoriale ed ospedaliera con l’obiettivo di assicurare a tutti un equo accesso alle cure, superando un sistema attualmente centrato sull’assistenza ospedaliera e garantendo l’applicazione dei PDTA. Purtroppo, ha avuto poco seguito”.
“Dati evidenziano che non tutte le regioni offrono le stesse opportunità”
Anche i dati sulla mobilità sanitaria dicono molto sull’impossibilità per i pazienti in alcuni territori di vedere assicurate diagnosi così come il dato “di partenza attuale” relativo ai Livelli essenziali di assistenza. Questi dati evidenziano che non tutte le regioni offrono le stesse opportunità. Una ragione in più affinché il nuovo piano oncologico 2022-2027, seppur in modo graduale, sia però strumento efficace nel ridurre le disuguaglianze di salute. Di cancro si guarisce: l’Italia ha ridotto la mortalità ed aumentato la sopravvivenza a 5 anni – dato temporale per stabilire la guarigione dalla malattia. Ogni vita e ogni miglioramento della qualità di vita sono per noi una priorità. Il piano oncologico può e deve rappresentare un ottimo strumento, se declinato con finanziamenti per obbiettivi, tempistiche ed indicatori di verifiche, ascoltando anche il contributo delle comunità scientifiche, delle associazioni dei pazienti che in questi anni hanno affiancato la nostra attività e di cui siamo grati”.