Per risollevare l’economia dell’Unione europea e rimettere al centro la salute dei cittadini, il più potente generatore di benessere, serve una strategia unitaria che abbracci la politica industriale e quella sanitaria. Lo sottolinea Eli Lilly, multinazionale farmaceutica con oltre 140 anni di storia impegnata nella ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative contro malattie complesse come il diabete, l’obesità, l’oncologia, l’immunologia e la malattia di Alzheimer, durante l’evento “Europa in salute” che ha promosso nel cuore delle istituzioni europee a Roma, lo scorso 6 marzo.
Durante il dibattito, al quale hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni europee e italiane, della comunità scientifica e associazioni di pazienti, sono state affrontatele sfide industriali e di salute europee in vista delle elezioni di giugno su cui l’UE dovrà misurarsi. Tra i temi affrontati l’urgenza di migliorare l’accesso ai farmaci, proteggere la proprietà intellettuale, definire strategie comunitarie per la lotta alla pandemia del futuro: le malattie croniche non trasmissibili (come il diabete e l’obesità) e rilanciare una visione e strategia industriale ambiziosa che resusciti il primato globale dell’Europa in termine di attrazione di investimenti nel campo delle Scienze della vita. Fabrizio Spada, rappresentante del Parlamento Europeo, ha sottolineato come la salute sia diventata una priorità, specialmente alla luce della recente pandemia, con l’intento di costruire un’Unione Europea della salute più forte e resiliente.
La Strategia farmaceutica europea, riforma che punta a promuovere l’innovazione e rafforzare la competitività industriale europea, lo spazio europeo dei dati sanitari e l’attuazione della regolamentazione dell‘Health Technology Assessment sono stati tra i temi principali dell’evento, da cui è emersa l’urgenza di un approccio olistico e trasversale per combattere le diseguaglianze sanitarie, migliorando le diagnosi, l’accesso equo alle terapie e la qualità della vita dei pazienti.
Particolare attenzione è stata dedicata alla strategia farmaceutica europea, le cui finalità sono state salutate con favore dalle istituzioni e l’industria ma che, come sottolineato durante il dibattito, desta non poche preoccupazioni per la sua attuale elaborazione che modifica e rende imprevedibile il sistema di protezione brevettuale, rischiando di disattendere l’obiettivo prioritario da cui nasce: migliorare la competitività e l’autonomia strategica dell’Europa.
“Dobbiamo fare dell’Europa un hub competitivo a livello globale per la ricerca e la produzione biofarmaceutica, supportando il principio indiscutibile della proprietà intellettuale, elemento necessario per continuare ad investire nello sviluppo di nuove cure” sottolinea Ilya Yuffa, Presidente di Lilly International.
Un obiettivo possibile, secondo quanto emerso dal dibattito, solo con scelte coraggiose in grado di incidere, ad esempio, sulla riduzione dei tempi di approvazione dei farmaci da parte dell’EMA, attualmente più lunghi rispetto a quelli di altre autorità regolatorie internazionali, come la Food and Drug Administration statunitense. Uno scarto come questo e sfide come quelle dibattute durante l’evento segnano un bivio: guidare la riconquista del primato europeo industriale e sanitario o rimanere alla rincorsa? Il nuovo passo sarà dettato dal post elezioni durante il quale verrà scritta una nuova rotta.