La nuova riforma della sanità lombarda accorcia la distanza tra pubblico e privato in ambito sanitario. Uno degli aspetti affrontati è quello delle liste d’attesa, un problema acuito dalla pandemia da Covid 19. Le liste, infatti, nel territorio regionale, hanno subito incrementi che vanno dal 30 al 50% e che si sommano ai tempi di attesa del 2021 già in sofferenza, come hanno spiegato da ANISAP Lombardia (Associazione Regionale delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private e accreditate al SSN). Negli ultimi due anni i pazienti e il sistema sanitario hanno subito fortemente l’impatto della pandemia: molti hanno rinunciato alle cure, per paura di contagiarsi negli ospedali occupati dai positivi, d’altro canto le strutture, impegnate nel fronteggiare l’emergenza, hanno dovuto rinviare visite e esami. Rendendo estenuanti i tempi di attesa.
184 milioni per ridurre le liste di attesa
Ma ora, con la nuova riforma, spiega Emanuele Monti, Presidente Commissione Sanità Regione Lombardia, il problema è sulla via della risoluzione: “Abbiamo investito 184 milioni per ridurre le liste di attesa ma le abbiamo legate a un tempo. Se il privato accreditato non rispetta le tempistiche di erogazione delle attività sanitarie, viene penalizzato nel suo valore di budget. Una modalità che responsabilizza sia il pubblico sia il privato. Non un approccio ideologico ma uno pragmatico per il bene dei cittadini lombardi”.
L’eccellenza della Lombardia
E l’approccio si concretizza in un sistema centralizzato, un’eccellenza italiana: “Regione Lombardia è l’unica regione che ha tutte le liste d’attesa di tutte le prestazioni e di tutti gli ospedali. Questo non avviene nel Lazio, in Campania, in Toscana. Ma solo in Lombardia. Dove, oltre il 90% degli appuntamenti, è caricato in un sistema centrale. Al cittadino basta contattare un numero verde per trovare il centro più vicino che eroga più velocemente il servizio di cui ha bisogno”, spiega a true-news Monti.
Che non fa distinzioni tra cittadini di serie a e cittadini di serie b: tutti, per il Presidente della Commisione Sanità Lombardia, “sono nostri pazienti e si devono presentare in un ospedale pubblico o privato accreditato nello stesso modo: non ci devono essere differenziazioni. Ognuno deve essere responsabile nella medesima misura”.
La qualità delle cure al primo posto
Lo stimolo a una sanità più democratica, efficiente e rapida arriva dalla premialità, una strategia che porta fuori la sanità lombarda dalla logica del budget storico. “Andiamo a premiare i bisogni di cura. Affidiamo le risorse economiche dove ci sia la necessità: non è possibile che due ospedali, a cinque minuti di distanza, facciano le stesse cose. Dobbiamo puntare su volumi e servizi, sulla qualità delle cure. Privilegiamo chi le eroga nel modo migliore e nei tempi più congrui”, conclude Emanuele Monti.
Tra tempi di attesa ridotti, premialità e equivalenza, pubblico e privato nella sanità sono sempre più vicini.