In Europa non tutti i malati di cancro hanno gli stessi diritti. Lo certifica un recente rapporto pubblicato dalla Federazione Europea delle Associazioni e delle Industrie Farmaceutiche (EFPIA), basato su uno studio dell’Istituto Svedese di Economia Sanitaria (IHE). Lo studio ha messo in luce le significative disuguaglianze nell’accesso alla prevenzione, allo screening, ai test biomarcatore e ai trattamenti innovativi per il cancro nell’Unione europea (Ue). Il documento, intitolato “Tackling Inequalities in Cancer Care in the European Union”, svela come il luogo di residenza influenzi drasticamente il rischio di sviluppare il cancro e le possibilità di sopravvivenza.
La disparità nella spesa pro capite per le cure oncologiche tra i paesi europei è notevole: la Romania, con soli 70€ per abitante, contrasta fortemente con il Lussemburgo, che ne spende 294. Questo divario si riflette negativamente sugli esiti delle cure per i pazienti, con tassi di sopravvivenza a cinque anni per il cancro del colon che variano significativamente dal 50% nei paesi con le performance peggiori fino al 70% in quelli migliori.
Il rapporto mette inoltre in luce lacune significative nelle campagne di prevenzione e nei programmi di screening. Ad esempio, solo il Portogallo sta raggiungendo l’obiettivo di vaccinare il 90% delle ragazze contro l’HPV, mentre i tassi di screening per il cancro del colon retto mostrano ampie fluttuazioni, dal 5% al 76%, a seconda del Paese.
L’accesso ai test di sequenziamento di nuova generazione (NGS) rimane basso in tutta l’Ue, con i Paesi dell’Europa orientale che mostrano i livelli più critici. Anche l’accesso ai trattamenti segue una tendenza simile, con notevoli differenze nell’adozione delle linee guida europee per il trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato.
Il rapporto sottolinea anche l’importanza di politiche di supporto ai sopravvissuti, come il “diritto all’oblio”, che attualmente è riconosciuto solo in otto Stati membri, cui si è di recente aggiunta l’Italia. Queste leggi sono cruciali per garantire che i sopravvissuti al cancro non siano penalizzati nell’accesso al lavoro e a prodotti finanziari a causa della loro pregressa malattia.
L’EFPIA, attraverso questo rapporto, lancia un appello ai responsabili delle politiche nazionali affinché adottino misure concrete per ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure oncologiche. Le raccomandazioni includono sia interventi a breve termine, come l’aggiornamento delle linee guida cliniche e il miglioramento dell’accesso ai test biomarcatore, sia strategie a lungo termine, come l’incremento della spesa sanitaria dedicata all’oncologia e il supporto legislativo ai sopravvissuti.