di Francesco Floris
Una notizia di cronaca e poltrone che nasconde almeno due storie diverse. La prima: la sanità piemontese perde la sua “testa”. Il direttore regionale, Fabio Aimar, ha rassegnato le dimissioni, con una decisione che era nell’aria da qualche settimana. Il motivo? Ufficialmente la carenza di personale e di quadri dirigenti nell’assessorato di corso Regina Margherita a Torino. Le indiscrezioni però parlano di tensioni con il governatore di regione, Alberto Cirio, che avrebbe orchestrato da dietro le quinte le mosse per far gettare la spugna al Dg scelto dalla Lega e in primis dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi. Che ora parla di “comprendere la decisione” proprio per smentire le voci insistenti che davano Aimar in rotta, umana e personale, anche il numero uno dell’assessorato. Anzi, potrebbe non essere finito qui il rapporto fra i due. Perché nella partita a scacchi per i vertici della sanità, Icardi potrebbe fare la mossa del cavallo e richiamare Aimar alla guida della neonata “Azienda zero”, la super Asl regionale annunciata poche settimane fa in pompa magna come struttura di coordinamento nata anche per far fronte alla criticità della pandemia e il futuro della medicina territoriale.
Secondo filone: le giunte a trazione leghista perdono le staffe con alcuni dei propri dirigenti. Dopo la notizia di venerdì scorso con cui l’assessore della Lombardia Letizia Moratti ha deciso di fare fuori il potente Dg Welfare Marco Trivelli, mandato a dirigere l’Asst Brianza e sostituito dal veneto Giovanni Pavesi su cui l’ex sindaca di Milano ha scommesso dopo essersi informati attraverso i colleghi di Forza Italia su un dirigente di livello da convocare a Palazzo Lombardia. Sette giorni e dopo la giunta Fontana anche quella piemontese a trazione Carroccio sferza un colpo al suo massimo dirigente sanitario. Chi arriva adesso? Nomi e cognomi ancora non se ne fanno ma in pole position si parla, ancora una volta, di un dirigente da chiamare a Torino dal Veneto. L’altra opzione, meno probabile con le carte attuali in tavola, è un interno alla struttura. Convocare un uomo dalla regione guidata da Luca Zaia significherebbe anche sancire definitivamente la vera fucina dei cervelli per la sanità ad ogni livello, fra tecnici e scienziati. Solo nell’ultimo anno e mezzo Palazzo Balbi ha sfornato: Domenico Mantoan alla guida di Agenas, Giorgio Palù presidente di Aifa, Pavesi come Dg Welfare della Lombardia, Andrea Crisanti consulente del ministro Speranza. Ora la prossima terra di conquista è il Piemonte. Federalismo? Sì. A trazione unica. La macroregione leghista ha una regina indiscussa.