Crolla il payback ospedaliero nel 2020 rispetto al 2019: il meccanismo di ripianamento fiscale per cui le aziende di settore contribuiscono quota parte a ripianare le eccedenze di spesa fissate per legge con dei tetti, nel 2020 ha fatto segnare un meno 24 per cento. E di conseguenza aumentare la spesa netta dello Stato di circa 264 milioni rispetto all’anno precedente. Lo scrive la Corte dei Conti nella Relazione 2021 sul coordinamento della finanza pubblica.
I dati sul payback dei magistrati contabili
Il Centro Studi Inrete ha elaborato i dati rilasciati dai magistrati contabili per fornire un’anagrafica dettagliata del payback in ogni singola regione d’Italia e suddividendo fra spesa farmaceutica territoriale e spesa per dispositivi medici. Per la farmaceutica convenzionata il tetto di spesa, pari a poco meno di 9,5 miliardi, è stato rispettato: la spesa si è mantenuta al di sotto del limite per circa 1,56 miliardi. Nessuna regione d’Italia presenta eccessi di spesa. In media l’incidenza è del 6,64%.
Nel 2020, come nell’anno precedente, sono sei le regioni che presentano una spesa convenzionata inferiore di oltre 2 punti rispetto al tetto previsto. Mentre la sola Provincia di Bolzano supera i 3 punti.
2020, +2,7 miliardi la spesa per acquisti diretti
La spesa per acquisti diretti, invece, eccede il limite previsto per oltre 2,7 miliardi. Tale importo risulta come differenza tra il dato di tracciabilità trasmesso dalle aziende (esclusi i farmaci di fascia C a carico del cittadino), al netto dei payback e della spesa che è coperta con il fondo farmaci innovativi ed oncologici, per un totale di circa 10,7 miliardi, e il tetto previsto (circa 8 miliardi). Lo scostamento rispetto all’obiettivo riguarda tutte le regioni per importi molto differenziati. Sono ben 9 le regioni che segnano scostamenti di oltre 3 punti rispetto al limite (una eccede il limite di 4 punti).
Cresce la spesa per dispositivi medici
Interessante invece la dinamica della spesa regionale per dispositivi medici, aumentata nell’anno del 6,4 per cento (2,4 nel 2019). Nel 2020 la spesa per dispositivi medici è stata superiore del 30 per cento rispetto all’obiettivo e del 31 per cento se non si considerano solo le eccedenze di spesa. Solo la Lombardia, il Lazio e la Calabria presentano, “inaspettatamente” scrive la Corte, una spesa coerente con il tetto previsto con il Lazio e la Calabria che eccedono il tetto per importi marginali. Si accentuano gli scostamenti particolarmente marcati (tra il 62 e l’83 per cento rispetto al tetto) che caratterizzano nel Nord, oltre le regioni a Statuto speciale (tranne la Valle d’Aosta), anche l’Emilia, tutte le regioni centrali (tranne il Lazio) e l’Abruzzo. Particolarmente elevati gli scostamenti anche in Piemonte (+45,3 per cento) e Veneto (+54,7 per cento).
Nel Mezzogiorno, superiori al 40 per cento del limite previsto solo la Sardegna.
Spesa sanitaria, ecco le differenze tra regioni
Nella lettura dei risultati va considerato che, in considerazione della situazione di emergenza sanitaria è stata prevista la possibilità di rimodulare o sospendere le attività di ricovero e ambulatoriali differibili e non urgenti, incluse quelle erogate in regime di libera professione intramuraria. Tale sospensione ha determinato un minor consumo di alcune tipologie di dispositivi medici, in particolare di quelli impiantabili attivi, seppure bilanciato dall’incremento dei diagnostici in vitro. Nel complesso i costi relativi ai primi si riducono del 15,3 per cento mentre quelli per diagnostica in vitro crescono del 30 per cento rispetto al 2019. A livello di differenze geografiche sono le regioni a statuto ordinario del Sud Italia a presentare in media la maggiore flessione dei dispositivi impiantabili con un -20,5%. Al Meridione si registra anche la minor crescita di quelli diagnostici in vitro (+4,7%). Sempre riguardo ai dispositivi medici sarà da approfondire il particolare andamento della spesa in Lombardia. Si tratta della regione che è riuscita a compensare la crescita (comunque al di sotto della media) della spesa per dispositivi diagnostici con una flessione di quelli medici e impiantabili.
Oltre agli aspetti economico-finanziari i magistrati contabili hanno dedicato un focus specifico al payback sanitario e farmaceutico, traducendo gli aspetti giuridico-normativi più scivolosi di recente aggiornamento. Infatti lo strumento è stato modificato da pochi mesi. A partire dal 2021 i valori percentuali dei tetti della spesa farmaceutica convenzionata territoriale e della spesa farmaceutica per acquisti diretti sono stati modificati. Fermo restando il valore complessivo della spesa farmaceutica al 14,85 per cento del Fondo Sanitario Nazionale, sono fissati rispettivamente al 7% e al 7,85% (di cui lo 0,2% è il valore percentuale del tetto per acquisti diretti di gas medicinali). Sulla base dell’andamento del mercato dei medicinali e del fabbisogno assistenziale, queste percentuali possono essere rideterminate ogni anno durante la discussione sul disegno di legge di bilancio. È stato fissato al 28 febbraio 2021 il pagamento da parte delle aziende farmaceutiche degli oneri di ripiano relativi al superamento dei tetti degli acquisti diretti 2018, con certificazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) entro il 10 marzo 2021.