Dal 1° settembre 2021, è entrata in vigore la nuova Nota 99 di AIFA per regolare la prescrizione dei farmaci inalatori indicati nella terapia di mantenimento dei pazienti con Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO).
Broncopneumopatia cronica, 3,5 milioni di pazienti in Italia
La Nota nasce dall’esigenza di migliorare la gestione della patologia e la presa in carico dei pazienti dal momento che, secondo i più recenti dati ISTAT, la BPCO in Italia colpisce circa 3,5 milioni di adulti, di cui una quota significativa riceve una diagnosi solo nelle fasi avanzate della malattia. Inoltre, i dati del Rapporto dell’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) 2020 di recente pubblicazione indicano che, una volta iniziata la terapia di mantenimento, una parte dei pazienti va incontro ad una interruzione precoce del trattamento riducendone pertanto l’efficacia.
Farmaci inalatori, le novità di AIFA
Questa nota apporta quindi due novità all’utilizzo dei farmaci inalatori di mantenimento. Prima di tutto, elimina la necessità di avere un piano terapeutico (PT) per la prescrizione di associazioni precostituite di LABA (beta2-agonisti a lunga durata d’azione) / LAMA (anticolinergici a lunga durata d’azione), che quindi da oggi potranno essere prescritte anche dal Medico di Medicina Generale (MMG). Le triplici associazioni LABA/LAMA/ICS continueranno invece ad essere prescritte dallo specialista (pneumologo e/o internista) attraverso la compilazione del PT allegato alla Nota, valido fino ad un massimo di 12 mesi.
L’obiettivo è quindi quello di dare al MMG un ruolo primario nella prevenzione e nella cura del paziente con patologie croniche per migliorarne la gestione in termini di appropriatezza di diagnosi e terapia farmacologica, come già avvenuto con l’introduzione della Nota 97 per la prescrizione dei nuovi anticoagulanti orali nella fibrillazione atriale non valvolare.
In secondo luogo, la Nota 99 stabilisce che la prescrizione dei farmaci inalatori di mantenimento, in pazienti che presentano dispnea, tosse cronica o espettorazione ed una storia di esposizione a fattori di rischio, sarà prevista solo in caso di diagnosi di BPCO confermata mediante spirometria che dimostri la presenza di una ostruzione bronchiale persistente e che dovrà essere eseguita entro un anno per i pazienti già in trattamento. Alla luce della situazione ospedaliera ancora precaria a causa della pandemia, le liste d’attesa per gli esami respiratori diagnostici sono lunghe ed è verosimile che per i pazienti già in trattamento sarà difficile prenotare un posto. Questi ritardi organizzativi potrebbero quindi portare a modifiche o interruzioni di trattamento, programmazione di visite o esami in urgenza.
Articolo a cura di Letizia Rossi, Intexo Società Benefit