di Francesco Floris
Il presente? È scolpito nella formula “farmacista-vaccinatore”. Come messo nero su bianco anche nel decreto Sostegni del governo Draghi, in attesa di conversione parlamentare. Ma più ancora dell’oggi conta il domani. Cosa sarà la farmacia del futuro? Deve diventare “un presidio polifunzionale” di “servizio ai cittadini” risponde sicura Annarosa Racca, Presidente di Federfarma Lombardia, riconfermata nel 2020.
“Ripartire dalla Farmacia dei Servizi”
La Federazione lo ha messo anche per iscritto in vista del Recovery Plan. Parlando dei “capillari servizi assicurati dalle farmacie per la presa in carico dei pazienti cronici e per il monitoraggio dell’aderenza alla terapia, così come quelli relativi alla telemedicina”. Per far sì che le farmacie “possano rivestire il ruolo di primi presidi sanitari territoriali, riconducibili ad una platea di tremila abitanti, ponendosi dunque come ideale raccordo tra le strutture del Servizio Sanitario Nazionale e le esigenze di salute della popolazione”. Di fatto, un programma di azione. Che però affonda le radici nell’ultima norma sistemica di settore. Grande sponsor della “Farmacia dei Servizi”, diventata legge quand’era Presidente Nazionale di Federfarma, Annarosa Racca traccia la linea: “Quella legge ha cambiato il volto delle farmacie – dichiara a True Pharma – con l’idea di farle evolvere verso un presidio farmaceutico del sistema sanitario nazionale” ma anche verso il concetto di “centro polifunzionale”. Prima di allora? “Non era possibile fare un elettrocardiogramma, un controllo della glicemia, uno screening come quello del colon-retto o una campagna di prevenzione”.
“Un presidio polifunzionale”
Oggi la situazione italiana – guardando oltre l’emergenza pandemica – sconta ancora alcune criticità. “Si vive di più fortunatamente – dice Racca – ma sono aumentati i malati cronici e un trend crescente della popolazione anziana e fragile”. Per questo “è importante riprendere quel solco già tracciato per trasformare la farmacia in un presidio polifunzionale in accordo con il sistema sanitario nazionale che paga i servizi, invece di lasciarli solo in carico ai cittadini”.
“Telemedicina e DPC”
Come farlo? Guardando in almeno due direzioni. La prima: “Dobbiamo occuparci del farmaco sempre di più perché ci sono tante terapie che invece di passare dalla distribuzione diretta in ospedale possono transitare alla distribuzione convenzionata o alla dispensazione per conto (DPC)”. Secondo? La telemedicina. Uno degli aspetti su cui più si sta lavorando in Regione e di attualità alla luce dell’anno appena trascorso. Era già stata inserita nel perimetro della “Farmacia dei Servizi” a livello di sperimentazione, assieme allo screening per il colon-retto e all’ingresso della farmacia nel fascicolo sanitario elettronico. Ora la telemedicina “deve per forza appartenere alla farmacia del futuro – spiega la Presidente di Federfarma Lombardia –. La farmacia è vicina alla casa di ogni cittadino ed è necessaria un’integrazione con le altre figure professionali, in primis i Medici di Medicina Generale, per seguire le persone a domicilio: le tecnologie già ci sono e molte farmacie ne sono dotate”.
“I cittadini ci conoscono”
Poi c’è la contingenza pandemica. La chiamata alle 19.500 farmacie della penisola è arrivata direttamente da Roma e dal governo, finalizzata ad allargare la platea dei vaccinatori e, conseguentemente, la possibilità di somministrare il vaccino Covid sul territorio. La risposta? “Da parte nostra la volontà c’è e lo faremo con professionalità e sicurezza” risponde Racca. Per ora in Lombardia i farmacisti si sono occupati delle prenotazioni del vaccino per gli ultra 80enni. Con numeri importanti, forse proprio perché il target è quello più “critico” dal lato delle competenze digitali e la capacità individuale di usare interfacce informatiche. Ma anche quando arriverà la campagna massiccia “credo che sarà utile e confortante avere una farmacia a cui rivolgersi” afferma Racca ricordando come vada sempre tenuto presente “che in tanti territori noi siamo il luogo che i cittadini scelgono perché più vicini, sia fisicamente che umanamente con la conoscenza diretta”. Giudizio sulla norma quindi? “Ritengo possa aumentare di molto la copertura vaccinale”.
Cosa c’è da fare ora per organizzarsi al meglio? “Sarà su base volontaria e facoltativa, mi auguro che impegnerà il maggior numero di farmacie. Il tavolo aperto con la Regione ora sta valutando tutte le procedure che le farmacie dovranno seguire e i requisiti dei locali con l’obiettivo di aumentare il numero di presidi, proprio come già avvenuto per i tamponi”. “Stiamo lavorando – spiega Racca– affinché questo schema diventi una realtà, soprattutto con i nuovi vaccini come Johnson&Johnson che non necessitano di temperature bassissime per essere conservati”. Mentre dal lato distributivo-logistico “la nostra è una filiera già rodata che permette, sia nel caso della distribuzione convenzionata che la Dpc, ai farmaci di arrivare direttamente nelle nostre strutture attraverso la distribuzione intermedia, quindi mi auguro che si possa replicare questo ingranaggio sui vaccini”.
“Formare i farmacisti-vaccinatori”
Vi è infine il tema della formazione dei “farmacisti-vaccinatori”. Il principio generale sancito in Legge di Bilancio è stato ripreso in toto nel decreto Sostegni. E recita testuale: “Ai fini della formazione degli operatori sanitari coinvolti nelle attività di somministrazione dei vaccini contro il SARS-CoV-2 l’Istituto superiore di sanità organizza appositi corsi in modalità di formazione a distanza, riconosciuti anche come crediti ai fini dell’educazione continua in medicina”. Oggi quindi la palla passa all’Iss. “Ma in una farmacia polifunzionale del futuro – chiude la Presidente di Federfarma Lombardia – mi auguro che il farmacista possa effettuare non solo le vaccinazioni Covid ma anche le iniezioni”. L’obiettivo di lungo periodo? Mentre tutti parlano di rilancio della sanità territoriale, “diventare sempre più il primo punto di contatto del Sistema Sanitario Nazionale con i cittadini”.