Il 29 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell’ictus, una malattia cerebrovascolare acuta che può manifestarsi come ictus ischemico, causato da un trombo o un embolo, oppure come ictus emorragico, provocato dalla rottura di un vaso sanguigno. Questa condizione ha un impatto elevato sulla mortalità: il tasso di decesso a 30 giorni è del 20-30%, e del 40-50% a un anno. Tra i sopravvissuti, il 75% sviluppa disabilità, con conseguenze gravi sulla qualità della vita e sulla necessità di assistenza da parte di familiari e caregiver.
I fattori di rischio dell’ictus: modificabili e non
L’ictus è spesso associato a fattori di rischio non modificabili, come l’età e la familiarità, e a fattori modificabili, come fumo, inattività fisica, dieta poco equilibrata, obesità, ipertensione, diabete e fibrillazione atriale. Si stima che il 90% degli ictus potrebbe essere evitato attraverso un controllo attivo di questi fattori, rendendo la prevenzione uno strumento cruciale. La campagna #GreaterThan Stroke, lanciata nel 2023, punta a promuovere l’attività fisica come forma di prevenzione per il 2024.
I dati epidemiologici sull’ictus
L’ictus rappresenta la terza causa di morte a livello globale e la quarta causa di disabilità, con 11,9 milioni di nuovi casi e 7,25 milioni di decessi nel 2021. La forma ischemica è la più comune, responsabile di circa 3,59 milioni di decessi all’anno, seguita dall’emorragia intracerebrale e dall’emorragia subaracnoidea. In Italia, secondo ISTAT, nel 2021 si sono registrati 53.683 decessi per malattie cerebrovascolari, pari al 7,6% dei decessi nazionali.
Il ruolo della prevenzione e il Piano nazionale della prevenzione
La prevenzione è considerata fondamentale per ridurre il numero di casi di ictus. Il Piano nazionale della prevenzione (PNP) 2020-2025 si propone di promuovere stili di vita sani e prevenire malattie croniche come l’ictus. Tutte le regioni italiane hanno adottato Piani Regionali di Prevenzione (PRP) entro il 2021, e l’Alleanza italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari, creata nel 2017, riunisce stakeholder del settore sanitario per promuovere campagne di sensibilizzazione.
Riconoscere i sintomi dell’ictus e agire subito: il metodo FAST
La tempestività è cruciale per migliorare le possibilità di recupero dall’ictus, in quanto l’intervento nelle prime ore dall’insorgenza dei sintomi aumenta il numero di cellule cerebrali che possono essere salvate. In caso di sintomi come improvvisa debolezza o paralisi a un lato del corpo, difficoltà di parola, problemi visivi, perdita di coordinazione o mal di testa severo, è essenziale chiamare subito il 112/118 per il trasporto in una struttura dotata di Stroke Unit.
L’acronimo FAST, usato per facilitare il riconoscimento precoce dell’ictus, aiuta a ricordare alcuni segni chiave:
- F (Face): chiedere alla persona di sorridere e osservare se un lato della bocca è cadente.
- A (Arms): chiedere di sollevare entrambe le braccia e verificare eventuali difficoltà.
- S (Speech): valutare eventuali difficoltà di linguaggio.
- T (Time): se presente uno di questi sintomi, chiamare subito il 112/118.
L’ictus resta una patologia tempo-dipendente: una risposta rapida può fare la differenza tra una piena ripresa e conseguenze permanenti. Maggiori dettagli sono sul sito del Ministero della Salute.