Una salute per tutti, che sappia coniugare le migliori pratiche nazionali e internazionali. Una salute che non sia per pochi, che sia pubblica ma che giochi in sinergia con i privati, secondo un modello – quello lombardo ma non solo – che si pone un obiettivo solo: migliorare la qualità del servizio, la qualità della cura, la qualità dei farmaci e dei dispositivi medici a disposizione di tutti. Un confronto tra rappresentanti istituzionali, clinici e imprese del settore per avanzare nuove proposte e proporre soluzioni: è questo il contesto dell’evento Salute Direzione Nord, all’interno della rassegna Direzione Nord, arrivata alla sua 19esima edizione al Palazzo delle Stelline a Milano, promossa da Fondazione Stelline e organizzata da Inrete e Fondazione The Bridge con il patrocinio di Regione Lombardia.
Il futuro dell’oncologia al centro del panel
Il grande male che si (com)batte sul tempo. Il futuro dell’oncologia, dalla diagnosi al follow up è stato il tema dell’incontro di una delle sessioni pomeridiane al quale hanno preso parte Adele Patrini, Presidente Associazione C.A.O.S. e Referente FAVO Lombardia; Alessandra Mammano, Responsabile Struttura Semplice Dipartimentale Raccordi di promozione della Salute One Health, Ats Insubria; Vito Ladisa, Direttore Farmacia Ospedaliera, IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori Milano; Daniele Generali, Direttore SC Multidisciplinare di Patologia Mammaria e Ricerca Traslazionale, ASST Cremona; Anna Rita Gambaro, Dirigente SC Oncologia, ASST FBF-Sacco, Milano; Carlo Borghetti, Componente Commissione III Sanità, Regione Lombardia. Nel 2022 sono state circa 55.700 le nuove diagnosi in Italia, con un aumento dello 0,5% rispetto al 2020.
Adele Patrini: “Oltre 55.000 nuovi casi all’anno in donne sempre più giovani è un dato inquietante”
“Ho avuto tre volte il tumore della mammella– ha raccontato Adele Patrini-. E quindi oggi sono qua per farvi capire l’importanza della voce del paziente, che esce dalla cartella clinica e acquista potere terapeutico ed istituzionale, e riporta straordinarie storie che contengono i principi ispiratori per organizzare i protocolli di cure e le scelte di politica sanitaria. Pensate più di 600 associazioni, 25.000 volontari, 700.000 iscritti a vario titolo. Oltre 55.000 nuovi casi all’anno in donne sempre più giovani è un dato inquietante. Secondo me è un fenomeno dai risvolti non solo epidemiologici, ma sociali, culturali, etici, antropologici, anche filosofici. Al contempo un dato molto rassicurante che viaggia parallelo è che la percentuale di guarigione supera di gran lunga il 90%, a patto però che la diagnosi sia sempre più precoce e che la cura avvenga nei centri di senologia dedicati. Se un paziente entra in in un centro di senologia ha il 20% in più di probabilità di guarire perché, a mio avviso, ci sono degli straordinari modelli di organizzazione e integrazione ispirati da tre fattori fondamentali: multidisciplinarietà, personalizzazione e rete. È necessario un modello basato su cose confezionate su misura, non solo sulla base delle indicazioni date dall’esame istologico, ma anche dai nostri vissuti, dai nostri desideri, dai nostri bisogni, dalle nostre emozioni. Dobbiamo creare tavoli tecnici di discussione per essere sempre più sinergici nel condividere idee e progetti”.
Il tumore al seno rappresenta il 30% di tutte le neoplasie, seguito da quello del colon-retto e del polmone.
Vito Ladisa: “L’accesso alle terapie e la ricerca sono dei temi fondamentali nel settore oncologico”
“Il mio compito da tecnico – ha aggiunto Vito Ladisa- è quello di fare arrivare la terapia al paziente ma il racconto di Adele Patrini mi fa pensare che si può fare molto di più per i pazienti oncologici e per far sì che ricevano la migliore terapia è fondamentale la prevenzione. L’accesso alle terapie e la ricerca sono dei temi fondamentali nel settore oncologico”.
Carlo Borghetti: “In una parola sola devo dire più prevenzione, in tutte le direzioni”
Screening oncologici: in che direzione andare a livello istituzionale? “Non basta guardare in maniera asettica le statistiche, spesso ci fermiamo al dato superficiale, ma il dato poi va sondato e quindi non basta una risposta generica.- ha risposto concludendo Carlo Borghetti- . In una parola sola devo dire più prevenzione, in tutte le direzioni. Però credo che quello che si sta facendo non è poco, se riusciremo in questa grande sfida che ci viene dal Pnrr riusciremo a costruire anche in Lombardia una sanità territoriale vera, diffusa, capillare, sicuramente avremo un beneficio nella presa in carico, nella diagnosi precoce, nella prevenzione”.
Il grande male che si (com)batte sul tempo. Il futuro dell’oncologia, dalla diagnosi al follow up, VIDEOINTERVISTA a Daniele Generali