A quattro anni dalla pandemia da Coronavirus che ha cambiato le nostre abitudini e impattato con forza sul Sistema Sanitario Nazionale (SSN), gli italiani considerano prioritari gli investimenti sulla sanità pubblica. Lo certifica un recente sondaggio Ipsos, le cui rilevazioni sono state svolte a dicembre 2023, che riflette un’evoluzione significativa delle priorità degli italiani riguardo al sistema sanitario, soprattutto in risposta alla pandemia. Il sondaggio è stato presentato il 21 febbraio all’evento MSD Italia “Inventing for Life Health Summit – Investing for Life: la salute conta!”, giunto alla sua sesta edizione.
La salute è ora considerata l’ambito principale su cui il governo dovrebbe concentrare gli investimenti, seguito da lavoro e costi energetici. È interessante notare come le priorità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) siano mutate, con un maggiore focus sull’assistenza ospedaliera rispetto all’assistenza domiciliare, mantenendo al contempo alta l’attenzione su prevenzione e Pronto Soccorso.
La percezione pubblica evidenzia alcune criticità nel SSN, in particolare riguardo ai tempi di attesa per esami diagnostici, visite iniziali e di follow-up, con quasi un terzo degli italiani che ritiene non venga rispettato l’articolo 32 della Costituzione, che tutela il diritto alla salute. Nonostante non emergano variazioni significative riguardo agli screening considerati prioritari, con l’oncologia che rimane in cima alle preoccupazioni, soprattutto al nord ovest e tra le donne, si registra una chiara richiesta di maggiore efficacia e efficienza nei servizi.
Circa due italiani su cinque ritengono che l’Italia investa meno in sanità pubblica rispetto ad altri Paesi europei, nonostante il largo consenso che la sanità debba essere una priorità strategica per il paese. La valutazione del sistema sanitario nazionale e regionale appare in calo rispetto al 2021, con solo una minoranza che esprime un giudizio molto positivo.
Il sondaggio mette in luce anche una forte richiesta di potenziamento del sistema sanitario pubblico, con particolare attenzione alla necessità di un maggiore coinvolgimento dei pazienti nei processi decisionali di cura, sebbene solo una minoranza ritenga che attualmente vengano adeguatamente considerati i bisogni specifici dei pazienti.
Sul fronte della trasformazione digitale, la rilevazione evidenzia un ampio consenso sull’utilità dell’intelligenza artificiale e della telemedicina nel migliorare l’assistenza sanitaria, con un’ampia fetta della popolazione che accoglie positivamente la diffusione dei servizi digitali in medicina, vedendovi una fonte di rassicurazione ed entusiasmo.
La pandemia ha inoltre influenzato l’opinione pubblica riguardo all’industria farmaceutica e all’importanza della ricerca e sviluppo, con un riconoscimento della loro fondamentale contribuzione nella lotta contro il Covid-19. Nonostante ciò, si registra una leggera diminuzione della considerazione positiva dell’industria farmaceutica rispetto al periodo pre-pandemico.
Infine, il sondaggio evidenzia una diminuzione della fiducia nei vaccini post-pandemia, pur mantenendo una forte convinzione nel loro ruolo salvavita e nella loro importanza per la protezione collettiva. La comunicazione strategica e il coinvolgimento dei medici di famiglia e dei pediatri sono considerati essenziali per migliorare le coperture vaccinali.
In tema di informazione sanitaria, i medici di famiglia rimangono la principale e più attendibile fonte per gli italiani, seguiti da internet e tv, sebbene quest’ultima abbia registrato un forte calo di attendibilità. La diffusione di fake news in ambito sanitario, specialmente sui social media e in tv, rappresenta una preoccupazione crescente, con la maggioranza degli italiani che ammette di essersi imbattuta in notizie false, prevalentemente riguardanti il Covid-19 e i vaccini.