Due notizie a stretto giro. La prima: dal 2022 ci sarà anche la “chirurgia robotica” dentro all’Osservatorio di Regione Lombardia che serve a stabilire le nuove tariffe di remunerazione per le prestazioni di assistenza ospedaliera per acuti. Di fatto è il “paniere” che grazie a complicati calcoli matematici e statistici permette di programmare l’offerta e di conseguenza far quadrare i conti, soprattutto nel settore pubblico dove non c’è margine di recupero finanziario che deriva dalla vendita a costi elevati di specifiche prestazioni (magari poche ma molto remunerative).
È un intervento fondamentale per il post Covid, per il tema delle “cure mancate” e per le innovazioni tecnologiche a oggi non considerate – in attesa che entro la fine 2023 anche lo Stato dia il suo “tariffario”.
Bozzini (Sant’Anna di Como): “La chirurgia robotica mininvasiva fa risparmiare”
“È un cambio di paradigma e di filosofia” dice a true-news il professor Giorgio Bozzini, da sei mesi il nuovo direttore dell’Unità Operativa Complessa di Urologia all’ospedale Sant’Anna di Como nell’Azienda socio sanitaria territoriale Lariana. “Si è preso atto che la chirurgia robotica mininvasiva fa risparmiare in termini di complicanze, degenze, riospedalizzazioni” spiega Bozzini. “C’è un investimento importante inziale ma non è più una decisione demandata alla singola Azienda sanitaria per rifarsi il make up. La robotica diventa il benchmark della chirurgia specialistica e servono degli standard minimi perché in sanità l’eccellenza si fa con i numeri e si dà un certo tempo per ragionare su qual è la corretta remunerazione per interventi di questo tipo”.
Chirurgia robotica e tariffario regionale: i nuovi standard
Da qui la seconda notizia. L’inserimento del kit di chirurgia robotica nel tariffario regionale, varato da Palazzo Lombardia lo scorso 7 febbraio, è la conseguenza di quanto deciso due mesi prima. La delibera del 4 novembre 2021 ha stabilito il principio della “robotica pubblica” mettendo nero su bianco le linee guida su training, formazioni, indicazioni alle Aziende per l’acquisto e la sostituzione dei robot. Ma sopratutto standard di eccellenza. Fra questi uno cruciale e determinante:“Le aziende sanitarie lombarde dotate di robot devono impiegarli continuativamente per un numero stimato superiore a 250 interventi anno con utilizzo multidisciplinare” dice il professore. E c’è chi, nel primo squarcio di 2022, è già in linea con gli standard: sono 35 le procedure robotiche effettuate solo in urologia fra gennaio e febbraio del 2022 al Sant’Anna di Como. Erano 12, senza Covid, nel 2019. La proiezione sull’anno del bimestre già dà 210 interventi solo in Urologia ma bisognerà tenere conto dell’apporto degli altri due reparti che impiegano i robot: la ginecologia e la chirurgia generale. Numeri che offrono ottimismo.
Ospedale Sant’Anna: “Si cura bene dove si fa ricerca”
Proprio da qui riparte l’ospedale comasco e l’Asst Lariana dopo le riorganizzazioni interne per far fronte al post pandemia. I principi ispiratori? Giovani e produzione scientifica. “L’obiettivo – spiega il primario – è quello di attirare nella nostra struttura, come già è stato fatto, persone fra i 32-34 anni che abbiano voglia di mettersi alla prova ma già con curriculum di livello anche in termini di citazioni scientifiche”.
Lo slogan? “Si cura bene dove si fa ricerca” perché “dove non c’è ricerca si rimane indietro attaccati a schemi clinici e terapeutici vecchi”. La produzione scientifica del reparto guidato dal professor Bozzini non conosce battute d’arresto dal suo arrivo: sono stati accettati 5 lavori al Congresso Europeo di Urologia, tre all’equivalente americano e da gennaio 2022 sono stati già stati mandati in pubblicazione tre articoli scientifici su attività cliniche urologiche”. L’inserimento della robotica nel “sistema” (anche di remunerazione) lombardo non farà altro che dare ulteriore vento in poppa.