L’Istituto Superiore di Sanità è al lavoro per ridurre le liste d’attesa. Lo ha confermato in via informale il Commissario Straordinario dell’Iss, Rocco Bellantone, facendo seguito all’annuncio fatto nei giorni scorsi da parte del ministro della Salute Orazio Schillaci.
L’Istituto sta raccogliendo le linee guida al fine di supportare il medico prescrittore in vari ambiti; un’operazione, questa, che ha tra gli obiettivi anche quella di essere di aiuto contro le prescrizioni inappropriate e, quindi, ridurre il fenomeno delle liste d’attesa.
Il lavoro, ha spiegato Bellantone a margine di un convegno all’Iss sull’antibiotico-resistenza, è iniziato già parecchi anni addietro con la legge Bianco Gelli, che attribuiva proprio all’Istituto Superiore di Sanità il compito di convalidare le proposte delle società scientifiche sulle linee guida. L’idea, ha aggiunto, è di rilanciare l’argomento, magari utilizzando anche le buone pratiche, quindi convocando quanto prima una convention di tutte le società scientifiche accreditate al Ministero della Salute per poter incentivare questo scambio di idee che dovrà portare rapidamente alla redazione di un numero cospicuo di linee guida o buone pratiche.
Il convegno dell’Iss era parte della Giornata europea degli antibiotici, organizzata il 18 novembre dallo European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc) per sensibilizzare sulla minaccia rappresentata dalla resistenza agli antibiotici, nonché sull’uso prudente degli antibiotici stessi.
Nel Vecchio continente, come riporta il sito del ministero della Salute, gli ultimi dati confermano che il numero di pazienti infettati da batteri resistenti è in aumento. Si calcola che, ogni anno, circa 33.000 persone muoiono per un’infezione legata a batteri resistenti agli antibiotici. Il carico delle infezioni è paragonabile a quello dell’influenza, della tubercolosi e dell’AIDS messi insieme.
A livello globale, invece, nel 2019 sono stati stimati quasi 5 milioni di decessi associati alla resistenza agli antibiotici, di cui circa 1.3 milioni attribuibili direttamente a batteri resistenti.
L’uso prudente degli antibiotici rappresenta l’arma vincente per contrastare l’insorgenza dei batteri resistenti e aiutare a preservare l’efficacia degli antibiotici, perché possano così essere utilizzati anche dalle generazioni future.
Tuttavia, sono necessari interventi multisettoriali, secondo l’ormai noto principio One Health. Questo approccio olistico riconosce, infatti, che la salute dell’uomo, degli animali, delle piante e dell’ambiente sono inestricabilmente intrecciati e interdipendenti.
Il tema dell’antibiotico resistenza, nel 2023, ha interessato in particolar modo anche il settore agro-alimentare e veterinario. Dal 9 febbraio, infatti, è entrato in vigore su scala europea il regolamento 2022/1255, che ha delimitato gli antimicrobici destinati al trattamento di infezioni umane. L’obiettivo primario del nuovo regolamento è salvaguardare l’efficacia terapeutica degli antimicrobici elencati, prioritari per la medicina umana.
Nel quadro delle strategie anti-resistenza antimicrobica, nel 2019, il regolamento europeo sui medicinali veterinari ha imposto la riservatezza di specifici medicinali antimicrobici esclusivamente per il trattamento di infezioni umane. Queste classi di antimicrobici sono state individuate attraverso un approfondito processo di valutazione, principalmente guidato dal gruppo di lavoro “AMEG” dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema).
Nel 2021, il Gruppo ha avanzato una categorizzazione degli antimicrobici critici (conosciuti come AMEG), la quale si è rivelata più favorevole rispetto a quella proposta dall’OMS. Quest’ultima era stata ritenuta eccessivamente restrittiva per la medicina veterinaria dalla Federazione dei Veterinari Europei.