In Lombardia 50mila utenti in carico ai servizi. Il consigliere relatore della Legge: “Un modello per tutta Italia”
di Francesco Floris
“Una legge lombarda che diventi un riferimento per tutta Italia”. Sintetizza così Emanuele Monti, consigliere regionale della Lega, i cinque concetti che ispirano la nuova Legge sulle dipendenze patologiche e il sistema di intervento di Regione Lombardia: percorsi specifici per i minori; prevenzione per agire sulla domanda; risorse economiche; reinserimento sociale lavorativo; e infine ricerca. Ecco le parole chiave della norma partorita dalla Commissione Sanità e Politiche sociali. Il 2 dicembre il testo è approdato al Pirellone per discussione e approvazione del consiglio regionale. L’obiettivo è quello di creare un nuovo sistema di intervento sulle dipendenze patologiche, introducendo concetti quali l’aggancio, diagnosi precoce, programmi di cura e riabilitazione, superando il sistema a prestazione, e ampliando la presa in carico, con particolare attenzione alle famiglie e ai minori. Parliamo di una macchina – quella lombarda – che già oggi gestisce 49.597 persone in tutta la Regione con problemi di dipendenza patologica. Un dato in aumento del 2 per cento nell’ultimo triennio. Il maggior numero di assistiti è in carico ai servizi a causa di abuso e dipendenza da sostanze illegali. Le più diffuse? Oppiacei nel 40% dei casi rilevati; cocaina nel 35%. La fascia under 25 rappresenta circa il 25% della popolazione totale. Il 30% degli assistiti ha problemi legali in corso, il 20% è disoccupato e il 40% in cerca di un’occupazione stabile. Oltre l’80% delle persone in carico ai servizi ha dipendenze da più sostanze, in genere associate all’uso di alcol o cannabis oltre alla sostanza primaria. Più del 20% di loro ha problemi di tipo psichiatrico o legati alla salute mentale e spesso con associata una doppia diagnosi.
A colpire però è la descrizione dell’utente medio: in prevalenza maschio (80%), con età intorno ai 40 anni. Lo squilibrio rispetto al genere femminile è fotografato dai dati sul numero di assistiti elaborati dalla Commissione Sanità e Politiche Sociali durante l’iter legislativo. Alcuni esempi? Le sostanze illegali “colpiscono” quasi 29mila uomini e “solo” 4mila donne; gioco d’azzardo patologico? 2.166 assistiti di genere maschile e 447 di genere femminile; alcolisti? 7.776 uomini e 2.607 donne. “L’orientamento che ci arriva dai tecnici è che le donne subiscono più degli uomini lo stigma della tossicodipendenza e per questo siano meno visibili ai radar dei servizi” dice a true-news il consigliere Monti, Presidente della Commissione Sanità del Pirellone e relatore della legge. “La riforma punta sull’asse dell’aggancio precoce proprio nella direzione di far emergere il fenomeno, stimolare la presa in carico da parte del sistema e ridurre quel gap temporale fra il primo utilizzo della sostanza e l’aggancio dei servizi, un gap che oggi è di otto anni. Il nostro primo obiettivo in assoluto è ridurre quel lasso temporale”.
I 20 articoli del testo vertono su vari aspetti: da quelli relativi alle risorse economiche, passando per la governance sanitaria fino a quelli che si potrebbero definire di “approccio culturale”. In primis vi è la creazione del Comitato d’Indirizzo e Coordinamento Area Dipendenze oltre a una serie di equipe specializzate all’interno di ogni ATS; ci sono azioni rivolte ai minori con particolare attenzione all’area del penale minorile, agli adolescenti in carico ai servizi sociali, alla neuropsichiatria infantile e all’area della formazione professionale; la revisione e l’aggiornamento del sistema di remunerazione delle prestazioni “prendendo a riferimento delle sperimentazioni – dice Monti – in particolare quelle rivolte ai minori”. All’interno della riforma vi è l’istituzione del fondo di finanziamento per i progetti di studio e ricerca.
Sul piatto ci sono 159,8 milioni di euro già stanziati da Regione, di cui 93,3 milioni per i servizi ambulatoriali per Dipendenze patologiche, pubblici e privati, e altri 66,5 milioni per i servizi residenziali e semi residenziali come le comunità di recupero. Ma dal 2022 le risorse saranno aumentate di altri 16,5 milioni di euro da destinare in particolare ai servizi (ambulatoriali e residenziali) e al finanziamento di progetti di ricerca. I capitoli sul reinserimento lavorativo e sociale toccano invece altri ambiti e quindi capitoli di spesa di Regione Lombardia. Ma una stima della Commissione Sanità e Politiche sociali parla di 250 persone che si potranno prendere in carico nel 2021 con una spesa, calcolata in base ai costi standard, di 500mila euro reperibili fra le risorse della Dote Unica Lavoro e Garanzia Giovani.
Fra i principali nodi che la riforma vuole toccare vi è quello delle nuove sostanze, sconosciute fino a pochi anni fa. “Far affiorare quell’utenza ignota ai servizi che fa uso delle cosiddette nuove droghe – dichiara il consigliere regionale della Lega –. Dai dossier che abbiamo studiato risulta una crescita del pubblico femminile verso nuove droghe chimiche o farmacologiche”. Un riferimento chiaro a quanto risulta anche nei documenti dell’Istituto Superiore di Sanità. Almeno dall’inizio del 2019, infatti, il Sistema Nazionale di Allerta Precoce ha iniziato a ricevere una serie di segnalazioni da parte dei reparti investigativi delle forze dell’ordine. Sequestri di sostanze che dalle analisi hanno portato all’individuazione per la prima volta in Italia di molecole appartenenti al gruppo dei fentanili: si tratta di una famiglia di oppioidi sintetici, potenti antidolorifici, a cui negli Stati Uniti vengono associate 30mila morti per overdose sulle 70mila ogni anno almeno dal 2016-2017, stando ai dati del Centre for Disease Control and Prevention (Cdc). Negli ultimi due anni si sono diffusi anche in Europa e in Italia. Vengono venduti come sostituti “legali” agli oppiacei illegali, al posto di o insieme a eroina e cocaina. Oppure utilizzati per produrre farmaci contraffatti. Non sempre i consumatori sono consapevoli di cosa stanno comprando. Si tratta di molecole che a volte non sono nemmeno inserite nelle tabelle del Dpr 309/90, il Testo unico sugli stupefacenti, e quindi tecnicamente non sono illegali. “Il nostro compito – chiude Emanuele Monti – è quello di reperire i finanziamenti per ricercatori e medici lombardi sul tema e lo faremo attraverso il Comitato di Indirizzo ascoltando il mondo della ricerca. Siamo l’unica regione d’Italia che farà ricerca strutturata nell’ambito delle nuove dipendenze associandole alla ricerca e lo sviluppo di un comparto farmaceutico che già oggi in Lombardia è fra i più avanzati d’Europa”.