Il Testo unico malattie rare è legge. Lo ha annunciato il 3 novembre la presidente della commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, Annamaria Parente. “Approvato all’unanimità in sede deliberante” ha detto Parente parlando di “un aiuto concreto ai pazienti e alle loro famiglie”. “Ora bisogna attuare le normative in tutte le regioni, mettere a sistema l’esistente , aggiornare il piano per le malattie e rare ogni tre anni. Il testo é un nuovo inizio, la giustezza di un Servizio Sanitario si misura da come trattiamo le malattie rare”.
Malattie rare, i punti della legge
I punti focali della norma? Ricerca sui farmaci orfani, Fondo di solidarietà, percorsi diagnostico-terapeutici personalizzati con i dispositivi specializzati sul paziente “come in un lavoro di sartoria” ha detto a True-New lo scorso maggio l’onorevole Fabiola Bologna, Segretario XII Commissione Affari Sociali (Sanità) della Camera dei Deputati e relatrice della maxi riforma sulle malattie rare. E che oggi definisce la legge come un “primo determinante passo in avanti, perché finalmente i principi e i diritti esigibili sanitari e sociali per i malati rari sono in una cornice normativa unitaria” auspicando “il rinnovo del piano nazionale malattie rare, e quindi di averlo approvato entro il 28 febbraio, la prossima giornata delle malattie rare”.
Paola Binetti: “Lavoro di squadra, servono finanziamenti in Legge di Bilancio”
“E’ stato un percorso lungo – commenta la senatrice Binetti, Presidente dell’Intergruppo parlamentare per le malattie rare – ma siamo riusciti ad ottenere la migliore legge possibile nelle condizioni che avevamo. Ora l’applicazione dovrà essere attentamente monitorata perché sia data concreta attuazione a tutte le disposizioni”. Per Binetti ora questo “esempio di lavoro di squadra” va messo a terra nei “mesi a venire, non solo nei decreti attuativi, ma anche quando si apriranno le possibilità di apportare delle migliorie, e ovviamente anche durante i lavori dell’ormai prossima legge di Bilancio, dove occorrerà stanziare finanziamenti per l’attuazione del Piano Nazionale Malattie Rare”.
Pierpaolo Sileri: “Ora i decreti per il Piano Nazionale Malattie Rare”
In mattinata anche il sottosegretario Pierpaolo Sileri si è espresso con soddisfazione riguardo all’approvazione della legge e, in modo particolare riferendosi ai Decreti Ministeriali, necessari all’attuazione, e in modo particolare al Piano Nazionale Malattie Rare ha detto che “è l’inizio di una fase decisiva in cui sarà necessario accelerare il passo verso la definizione di appositi Decreti che ne possano dare piena attuazione”.
Legge malattie rare, la roadmap: Comitato Nazionale e accordi Stato-Regioni
In seguito alla pubblicazione della Legge in Gazzetta Ufficiale, dal momento della sua entrata in vigore, decorreranno infatti i termini entro i quali produrre cinque differenti atti necessari alla piena attuazione del Testo Unico. Innanzitutto, due decreti necessari: entro due mesi deve essere istituito il Comitato Nazionale per le Malattie Rare (con decreto del ministero della Salute); entro tre mesi, invece, deve essere istituito il Fondo di Solidarietà per le persone affette da malattie rare (con decreto del ministero del Lavoro di concerto con ministero della Salute e MEF).
Vi sono poi due importanti accordi, che devono essere presi in sede di conferenza Stato Regioni. Il primo relativo all’approvazione del Secondo Piano Nazionale Malattie Rare e riordino della Rete e infine poi un secondo accordo di competenza della Conferenza Stato – Regioni, con cui dovranno essere definite le modalità per assicurare un’adeguata informazione dei professionisti sanitari, dei pazienti e delle famiglie, da adottarsi entro tre mesi.
Infine, entro sei mesi dall’entrata in vigore, serve anche un Regolamento del Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell’Università e Ricerca, per stabilire i meccanismi di funzionamento degli incentivi fiscali in favore dei soggetti, pubblici o privati, impegnati nello sviluppo di protocolli terapeutici sulle malattie rare o alla produzione dei farmaci orfani.