La salute mentale è un pilastro fondamentale del benessere generale e un diritto inalienabile di ogni individuo. Per questo, ogni 1o ottobre, si celebra la giornata a essa dedicata. Molte le iniziative atte a sottolinearne l’importanza. Tra queste, spicca il Manifesto di Milano, presentato nel 2024 come un impegno concreto per promuovere la salute mentale come bene comune. Il documento sottolinea che la salute mentale non è solo una condizione individuale, ma un percorso che richiede consapevolezza, sostegno e un ambiente favorevole, coinvolgendo l’intera comunità. Un’altra iniziativa di rilievo è quella della no profit SOS Villaggi dei bambini, che sui social lancia una campagna che è anche un appello: garantire ai giovani il giusto supporto psicologico non è solo necessario, ma è un diritto umano fondamentale. Il tema, secondo SOS, deve tornare al centro del dibattito pubblico e politico perché il benessere psicologico è alla base della crescita personale e del progresso sociale.
Il Manifesto di Milano
Nel Manifesto di Milano viene affermato che “non esiste salute senza salute mentale”. La salute mentale deve essere considerata alla pari della salute fisica, riconoscendone l’importanza per la crescita personale, lo sviluppo della comunità e la sostenibilità sociale. Secondo i dati riportati, l’80% degli italiani ritiene che la salute mentale sia tanto importante quanto quella fisica, ma il 41% afferma che i servizi sanitari tendono a concentrarsi maggiormente sulla salute fisica.
Priorità strategiche: prevenzione, inclusione e supporto
Il Manifesto definisce una serie di priorità strategiche per la promozione della salute mentale. Tra queste spiccano la prevenzione dei disturbi neuroevolutivi, il miglioramento del rapporto tra individuo e ambiente, e la lotta contro la “povertà vitale”, che include non solo la privazione materiale, ma anche la mancanza di risorse emotive e relazionali. Viene evidenziata l’importanza di un’azione preventiva tempestiva, specialmente nelle fasi iniziali della vita, per evitare l’insorgere di problematiche mentali.
Rimuovere lo stigma e promuovere l’inclusione
Una parte essenziale del Manifesto riguarda l’eliminazione dello stigma legato ai disturbi mentali. Viene richiesto un impegno a livello sociale per creare un ambiente inclusivo e di supporto, che permetta a tutti di partecipare attivamente alla vita della comunità. Educare e sensibilizzare sul tema della salute mentale diventa fondamentale per favorire una comprensione più profonda delle problematiche psicologiche e dei diritti delle persone che le affrontano.
Investire nella salute mentale di donne, bambini e adolescenti
Particolare attenzione viene riservata alla salute mentale delle donne, spesso esposte a maggiori rischi psicologici a causa dei molteplici ruoli che ricoprono nella società. Il Manifesto chiede misure specifiche che tengano conto delle differenze di genere e delle sfide sociali ed economiche che le donne affrontano. Anche la salute mentale di bambini e adolescenti è considerata una priorità urgente, data la crescente esposizione all’isolamento sociale e agli effetti del mondo digitale. È necessario adottare strategie mirate per supportare questa fase delicata dello sviluppo.
Un approccio integrato per un benessere globale
Il documento promuove un approccio integrato alla salute mentale, che riconosca l’interconnessione tra le persone, l’ambiente e la comunità. Questo approccio, ispirato alla visione “One Health”, mira a considerare il benessere totale, comprendendo l’importanza dell’ambiente e delle dinamiche sociali nella promozione della salute mentale. Viene inoltre riconosciuto il ruolo cruciale dei professionisti della salute mentale e l’importanza di garantire un accesso tempestivo ai servizi di supporto per chi ne ha bisogno.
Il documento è disponibile qui.
L’iniziativa di SOS – villaggio dei bambini
I numeri parlano chiaro: secondo l’UNICEF, oltre 11 milioni di bambini e ragazzi in Europa soffrono di problemi legati alla salute mentale, con ansia e depressione tra i disturbi più comuni. Gli adolescenti che hanno perso o rischiano di perdere le cure familiari sono particolarmente vulnerabili, e il disagio psicologico può avere conseguenze che si trascinano fino all’età adulta.
I giovani, tuttavia, stanno rompendo il silenzio grazie ai social media. Attraverso questi canali, trovano uno spazio in cui parlare apertamente di salute mentale, normalizzando il bisogno di chiedere aiuto. SOS Villaggi dei Bambini ha raccolto questa voce, promuovendo il dialogo con iniziative come un recente incontro a Bruxelles, dove giovani come Giulia, accolta nel Villaggio SOS di Ostuni, hanno potuto discutere dell’importanza di una rete di supporto che vada dalle famiglie agli amici, fino alle istituzioni. “C’è ancora tanta strada da fare, ma dobbiamo garantire ai giovani un ambiente in cui si sentano liberi di chiedere aiuto”, afferma Giulia.
La “Generazione Ansia” e la sfida del presente
Ansia, depressione, disturbi alimentari: sono solo alcune delle problematiche che affliggono le nuove generazioni. Circa l’8% dei bambini tra i 5 e i 9 anni e il 14% degli adolescenti tra i 10 e i 19 anni convivono con un disturbo mentale. La pandemia ha acuito la situazione: si stima che dal 2020 oltre 72 milioni di persone in più abbiano sviluppato disturbi d’ansia e 53 milioni siano stati colpiti dalla depressione, soprattutto giovani e donne.
La Generazione Z, per questo, viene spesso definita “Generazione Ansia”. Sopraffatta dalle aspettative e dal sovraccarico di pensieri, vive ogni scelta e cambiamento con un profondo senso di inadeguatezza, che può sfociare in attacchi di panico e isolamento. Emanuele Caroppo, psicologo di SOS Villaggi dei Bambini, sottolinea come questa pressione sia diventata una vera e propria sfida quotidiana per i ragazzi, che faticano a ritrovare quella creatività che nasce anche dalla noia.
Arte e sensibilizzazione: l’impatto della campagna di Masha Pleshakova
Per la Giornata Mondiale della Salute Mentale, SOS Villaggi dei Bambini ha lanciato una campagna social arricchita dalle illustrazioni di Masha Pleshakova, artista e rifugiata ucraina. Le sue immagini raccontano le difficoltà dei giovani e il valore del benessere psicologico. Tra i temi illustrati: il diritto a cercare aiuto, l’importanza di condividere esperienze e la necessità di considerare la salute mentale come un diritto di tutti.
La campagna, parte del progetto Well-U, è iniziata il 1° ottobre con l’obiettivo di aprire un dialogo sincero su questi temi. Parlare apertamente di benessere psicologico, infatti, è il primo passo per superare lo stigma e per far sentire i giovani meno soli. Con il progetto Well-U, SOS Villaggi dei Bambini si impegna a offrire un sostegno concreto ai bambini rifugiati e ai loro caregiver in tutta Europa, nella consapevolezza che solo una rete di supporto solida può garantire un futuro migliore per le nuove generazioni.