Il Mild Cognitive Impairment è una condizione clinica di lieve decadimento cognitivo che necessita di una migliore capacità di diagnosi e presa in carico del paziente. Il dottor Vincenzo Solfrizzi – Professore Ordinario di Medicina Interna e di Geriatria e Direttore della Scuola di Specializzazione in Geriatria all’Università degli Studi di Bari, “A. Moro” – ha preso parte al promettente studio sull’utilizzo del multinutriente Souvenaid nei pazienti con MCI.
Solfrizzi: “Il MCI è una condizione clinica legata a un lieve deficit delle funzioni cognitive”
Che – spiega a true-news.it Solfrizzi – “è una condizione clinica legata a un lieve deficit delle funzioni cognitive che il paziente, di solito anziano, lamenta e spesso confermato da chi gli vive accanto. I ricercatori e clinici rivolgono attenzione a questa fase prodromica della lunga storia naturale della demenza perchè la sua precoce identificazione permetterebbe i migliori risultati nella gestione e cura di questa malattia.Questa condizione clinica richiede un processo multidisciplinare per la presa in carico del paziente”.
“Anche i farmaci approvati per la Maattia di Alzheimer non hanno dimostrato efficacia”
Ad oggi non esistono dei trattamenti specifici per MCI e spesso i pazienti vengono trattati principalmente con gli SSRI o i precursori dell’acetilcolina che non hanno dimostrato benefici clinici rilevanti. “Anche i farmaci approvati per la Maattia di Alzheimer non hanno dimostrato efficacia. Le difficoltà che si incontrano nell’affrontare il MCI risiedono nell’identificazione dei soggetti con decadimento cognitivo che, in tutti i casi, progrediscono verso la malattia conclamata”.
Souvenaid si è dimostrato efficace sulla progressione dei deficit cognitivi
E’ questa la sfida da affrontare. “In questo percorso si pone il primo studio, non farmacologico, denominato LipidiDiet, finanziato dalla Comunità Europea, che ha analizzato l’efficacia di un multinutriente, il Souvenaid. Questo studio, durato tre anni, ha arruolato soggetti con MCI ben caratterizzati dal punto di vista cognitivo, ma anche biologico e delle neuroimmagini. Souvenaid si è dimostrato efficace sulla progressione dei deficit cognitivi, in particolare sulla memoria, sui deficit funzionali e sulla neuropatologia quale l’atrofia dell’ippocampo. Inoltre è risultato un prodotto sicuro e ben tollerabile. Se assunto precocemente e a lungo, i benefici aumentano”.
“Lo studio focalizza, inoltre, l’attenzione sulle problematiche che il paziente affronta nel relazionarsi con il servizio sanitario”
Solfrizzi tocca anche un altro aspetto di questa ricerca: “Si è ipotizzata una relazione costo-efficacia relativa al trattamento precoce con Souvenaid. Sommando insieme costi diretti e indiretti della malattia , la differenza in termini di costo-efficacia è di 3600 euro l’anno per paziente risparmiati grazie al ritardo nello sviluppo della demenza dei pazienti che utilizzano Souvenaid rispetto ai non trattati al netto dei costi di questo prodotto. Lo studio focalizza, inoltre, l’attenzione sulle problematiche che il paziente affronta nel relazionarsi con il servizio sanitario a partire dal primo contatto, rappresentato dal medico di medicina generale il quale dispone oggi di strumenti validati che lo mettono in grado di identificare iniziali problematiche cognitive”.
Per il paziente è poi previsto uno step successivo: “Viene preso in cura da setting di cure terziarie rappresentati da tre specialisti: geriatra, neurologo e, più raramente, dallo psichiatra”.