I problemi, i nodi da risolvere all’interno della sanità non mancano. Servono risorse. Ma emerge anche, in parallelo, l’urgenza di un attento esame della qualità della spesa e di un’analisi dell’efficacia di tutti gli strumenti per la razionalizzazione del settore. Insomma la Corte dei Conti, nell’audizione parlamentare davanti alle Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato sulla nuova NaDEF, ha evidenziato sia le necessità del comparto sanitario nazionale sia le concrete possibilità economiche.
Il quadro che emerge sul fronte della spesa sanitaria risulta stringente
Più in generale, si legge nel documento, il quadro che emerge sul fronte della spesa sanitaria risulta, quindi, stringente. Nella NaDEF, si spiega, non sono indicate ancora le misure che si intendono assumere sin dalla prossima legge di bilancio per affrontare i nodi principali del comparto. Per cui si tratta di una condizione che richiederà scelte non facili in termini di allocazione delle risorse tra i diversi obiettivi.
Il personale sanitario
Tra i nodi principali c’è innanzitutto quello legato al personale sanitario. A tal proposito, si sottolinea come solo di recente sia stato sottoscritto il contratto relativo al triennio 2019-21 cui erano legati anche alcuni dei corrispettivi previsti a fronte dell’impegno profuso dal personale delle strutture sanitarie durante la pandemia. Restano da affrontare, nonostante le misure assunte con il DL 34/2023, i problemi sottostanti alle difficoltà di reperimento di personale sanitario soprattutto per il settore dell’emergenza e urgenza, mentre continuano ad aumentare i casi di fuga dal pubblico ma anche di ricerca di opportunità di lavoro all’estero.
Le liste d’attesa
Nella relazione poi emerge come sia ancora in riassorbimento il problema delle liste d’attesa, rispetto al quale si evidenzia come nonostante i piani predisposti dalle regioni, a inizio del 2023 il monitoraggio presentasse ancora rilevanti criticità e ritardi di attuazione su cui è necessario intervenire al più presto per evitare un’ulteriore crescita delle prestazioni a carico dei cittadini o l’aumento della rinuncia alle cure.
Dispositivi medici, la somma degli scostamenti supererebbe i 6 miliardi di cui il 3 a carico delle imprese
Nella relazione si evidenzia che, oltre ad una dilazione nei tempi di attuazione, con il DL 34/2023 (cd. DL Energia, Fisco e Salute), il Governo ha posto a carico del bilancio dello Stato una quota pari al 52% del totale dei rimborsi mediante l’istituzione di un fondo con dotazione pari a 1.085 milioni per l’anno 2023. Per cui resta a carico delle imprese il 48 per cento dell’eccedenza. Tali scostamenti, si evidenzia nel documento, si sono riprodotti anche negli anni più recenti: nel 2019, la spesa per dispositivi medici è stata superiore al limite per 1,5 miliardi, importo che è divenuto superiore ai 2 miliardi annui nel triennio successivo. A questo punto, conteggiando le eccedenze a partire dal 2019, anche trascurando i due esercizi più interessati dalla pandemia la somma degli scostamenti supererebbe i 6 miliardi di cui il 3 a carico delle imprese.
Payback farmaceutico
Infine, si segnalano sforamenti anche sul payback farmaceutico, in quanto la spesa per acquisti diretti rappresentava a maggio scorso il 10,5 per cento del Fsn contro il 7,65 previsto come tetto complessivo ed erano 7 le regioni che presentavano acquisti in convenzione superiori al 7 per cento obiettivo.