Iniziano le trattative con i sindacati dei medici e dei dirigenti delle funzioni centrali per il rinnovo del contratto 2019-2021 per la Dirigenza medica e sanitaria dopo l’approvazione del MEF, ministero dell’Economia e delle Finanze.
Il documento: “Necessari interventi a livello economico e operativo, al fine di garantire la continuità e la qualità dei servizi”
Un passo importante per arginare i problemi del sistema sanitario nazionale: “La contingente carenza di personale medico – si legge nel documento -, soprattutto in alcuni ambiti specialistici quali a titolo esemplificativo quello dell’emergenza/urgenza, anestesiologico, radiologico, ostetrico-ginecologico, pediatrico, psichiatrico e altri, e il fenomeno delle dimissioni volontarie che sta assumendo anche nel contesto sanitario dimensioni significative, determina la necessità di interventi a livello economico e operativo, al fine di garantire la continuità e la qualità dei servizi e limitare, per quanto possibile, le esternalizzazioni”. Fondamentale, quindi, “incentivare l’ingresso nel SSN dei giovani e di trattenere/fidelizzare i professionisti che già vi operano, prevedendo sviluppi di carriera, ma anche modalità di lavoro che consentano una migliore armonizzazione con la vita privata e familiare, in modo da attenuare l’uscita dal sistema pubblico dei professionisti verso l’ambito del lavoro privato e/o libero professionale”.
L’atto prevede che venga omogeneizzata “la presenza in servizio sulle 24 ore per tutti i profili dirigenziali di cui al campo di applicazione del contratto
In merito all’orario di lavoro, l’atto prevede che venga omogeneizzata “la presenza in servizio sulle 24 ore per tutti i profili dirigenziali di cui al campo di applicazione del contratto”. Mentre, “al fine di contenere il fenomeno delle dimissioni dal servizio e del pensionamento anticipato”, il contratto dovrà “prevedere strumenti diretti ad armonizzare le esigenze di vita e di lavoro […], anche in considerazione dell’età anagrafica”. Infine, “per garantire la copertura dei turni di guardia con personale aziendale, evitando le esternalizzazioni, il contratto dovrà valutare la possibilità, di coinvolgere, in via residuale, nelle guardie notturne retribuite a tariffa anche ai dirigenti a rapporto non esclusivo”.
La questione economica
La carenza non può che essere combattuta con una svolta dal punto di vista dei compensi. L’Atto sottolinea la necessità di prestare particolare attenzione “a quelle voci della retribuzione che valorizzano le condizioni di lavoro e al disagio che vanno considerate una priorità assoluta da garantire in un settore come quello della Sanità che opera con continuità, assicurando il servizio 365 giorni/anno e 24 ore/giorno e che presenta un costante invecchiamento della risorsa umana impiegata e, quindi, un particolare aggravio di impegno”. Per i circa 135mila medici e dirigenti sanitari coinvolti è prevista una dote di quasi 650 milioni di euro, di cui – fa sapere Il Sole24Ore, oltre 580 milioni come stanziamento base, 34 milioni per le voci accessorie e 27 milioni – preventivati dalla legge di Bilancio del 2021.