Giorgio Palù non è più il presidente dell’Aifa. La clamorosa rottura, a pochissima distanza dalla nomina, è stata comunicata durante una riunione informale del Cda dell’ente (qui il documento), il primo frutto della riforma spinta proprio dal dimissionario presidente. Nella comunicazione data al Consiglio di amministrazione, Palù si è espresso in aperto contrasto con il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in particolare rispetto alle nomine ai vertici di Aifa e alla ridotta durata del mandato di Palù.
Il malcontento relativo alle nomine, risalenti al 9 febbraio, è stato evidenziato dal direttore dimissionario in riferimento alla denunciata mancanza di consultazione e ascolto da parte di Schillaci nelle decisioni relative ad Aifa, una situazione che Palù ha descritto come “offensiva” e “umiliante”, non solo per la propria persona ma anche per il proprio profilo scientifico-professionale.
Uno dei punti più controversi, agli occhi del dimissionario presidente, è stato il mandato di un anno conferitogli, considerato giuridicamente ambiguo e in netto contrasto con i trattamenti precedenti e a quelli di suoi omologhi in altri enti. Nonostante i toni di aperto contrasto, Palù nella sua lettera ha ribadito il proprio impegno disinteressato verso il servizio pubblico, sottolineando come il proprio operato in AIFA sia stato “guidato da un senso di dovere piuttosto che da ricompense finanziarie”, avendo questi lavorato senza compenso. Tuttavia, la disparità di trattamento rispetto ad altri presidenti di enti pubblici in pensione, in particolare riguardo alla legge 24 gennaio 1978 n. 14, è stata motivo di ulteriori contrasti con il ministro della Salute.