La Sardegna è la prima regione a sospendere il payback, il meccanismo che obbliga le aziende del comparto a rimborsare il 50% delle spese effettuate in eccesso dalle regioni. Con un comunicato, diramato il 12 dicembre, l’assessorato alla Sanità sardo ha annunciato che “è stata sospesa, fino al pronunciamento del TAR sui provvedimenti nazionali impugnati, l’efficacia della precedente Determinazione del Direttore generale della Sanità n. 1356 del 28 novembre 2022 che aveva quantificato gli oneri di ripiano della spesa per dispositivi medici per gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018 ai sensi dell’art. 9 ter del DL 19 giugno 2015, n. 78 convertito dalla L. n. 125 del 6.8.2015″.
Le aziende avrebbero dovuto versare 125 milioni alla Regione
In totale, il valore del payback che le aziende di dispositivi medici della Sardegna avrebbero dovuto pagare alla Regione per compensare il 50% della spesa in eccesso effettuata (rispetto al tetto previsto del 4,4% della spesa pubblica) ammonta a 125 milioni di euro.
Payback, le polemiche
La misura del payback è al centro, da tempo, di polemiche e richieste di modifica. Sul tema è stato presentato, di recente, un emendamento che chiede di bloccare fino al 31 dicembre 2023 pagamenti da parte delle aziende produttrici di dispositivi medici. L’ultimo decreto di Mef e Salute prevede che “in ciascuna Regione o Provincia autonoma, l’eventuale superamento del tetto di spesa regionale, sia posto a carico delle aziende fornitrici di dispositivi medici per una quota complessiva pari al 40 per cento nell’anno 2015, al 45 per cento nell’anno 2016, al 50 per cento per l’anno 2017 e al 50 per cento per l’anno 2018.
Le Regioni hanno chiesto alcune modifiche tra cui l’impegno del Governo a individuare un “ente centrale o ufficio ministeriale che, alla stregua di quanto avviene da parte di AIFA per il payback farmaceutico, certifichi per Regione gli importi dovuti a tutela dell’intero percorso di riscossione per ridurre il possibile contenzioso”.
La denuncia di Confindustria DM: “Il payback pesa sulle casse delle aziende”
“Il payback grava sulle aziende in un momento già drammatico per la nostra economia e contribuisce a creare un clima di insicurezza che impatta sull’innovazione e sugli investimenti. Le aziende che hanno negli anni partecipato a gare in cui sono stati definiti prezzi e quantità, dopo quasi 10 anni si vedono richiesta una contribuzione del 50% dello sforamento della spesa regionale, di cui non hanno responsabilità. Un colpo che mette a rischio la sopravvivenza delle imprese e le forniture del servizio sanitario”, ha dichiarato di recente Massimiliano Boggetti, presidente di Confindustria Dm.