Le associazioni dei pazienti, insieme alla comunità medico-scientifica, hanno sottoscritto il 28 ottobre un appello urgente rivolto al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per fermare il collasso del settore dei dispositivi medici in Italia, un settore cruciale per il servizio sanitario nazionale e per garantire l’accesso alle cure a milioni di cittadini. La lettera, firmata da 17 associazioni, evidenzia la necessità di bloccare immediatamente il meccanismo del payback per evitare effetti devastanti su tutta la filiera sanitaria e sul servizio pubblico, in particolare sulla qualità e l’innovazione delle cure.
Dispositivi medici e crisi del servizio sanitario
Nell’appello inviato al governo, le associazioni sottolineano come la crisi del comparto si tradurrebbe in una riduzione della disponibilità di dispositivi medici negli ospedali, limitando l’innovazione e penalizzando l’efficacia delle cure. “La crisi – si legge nella lettera – causerebbe una ridotta disponibilità di device nei reparti e nelle sale operatorie, con impatti immediati sulle diagnosi e sulle terapie. Inoltre, la mancanza di innovazione nel settore danneggerebbe non solo i pazienti ma anche i percorsi di formazione clinica, colpendo l’intero sistema sanitario a discapito delle fasce più vulnerabili della popolazione”.
Una filiera a rischio: l’appello delle associazioni
Le organizzazioni, tra cui Aforp, Confapi salute università ricerca, Confindustria dispositivi medici e Confimi industria sanità, chiedono un’azione governativa immediata per salvare una filiera considerata di eccellenza a livello internazionale. Alla lettera hanno aderito anche associazioni e federazioni di pazienti come Acoi, Aistom, FAVO e FAIS, e importanti società scientifiche come SIAARTI e Sibioc, evidenziando un fronte compatto che include pazienti, medici e ricercatori. Il payback, secondo i firmatari, non solo mina la stabilità economica del settore, ma mette a rischio l’intero sistema di salute pubblica.
Il diritto alla salute e l’accesso alle cure
Nell’appello viene ribadito che il collasso della filiera dei dispositivi medici rappresenterebbe un duro colpo per il diritto alla salute in Italia, compromettendo l’accesso alle cure pubbliche, con particolare danno per chi non può permettersi trattamenti privati. “Il blocco dei dispositivi – prosegue l’appello – ridurrebbe l’efficacia del servizio sanitario nazionale e colpirebbe le persone che già oggi si trovano in condizioni di fragilità”.