Si rinnova l’alleanza tra istituzioni legislative e sanitarie e associazioni di pazienti oncologici. Il “patto” è stato sancito lunedì 17 aprile durante l’incontro intitolato “Il nuovo ruolo delle associazioni di volontariato nelle Reti oncologiche”, che si è svolto presso la sede di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali che al suo interno ha istituito un Osservatorio per il monitoraggio delle Reti Oncologiche regionali. Durante l’incontro è stata ribadita l’importanza cruciale delle associazioni di intercettare le esigenze quotidiane dei pazienti e di conseguenza determinare un sempre più efficace indirizzo nella presa in carico. Sul piatto, anche i dieci milioni di finanziamento varato per il Piano oncologico nazionale.
Coscioni (Agenas): “Un modello di governace che integri sempre più sociale e sanitario”
All’evento, come raccontato da Sanità Informazione, hanno partecipato diverse associazioni come Vivere senza stomaco si può, la federazione “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, Favo, Fondazione IncontraDonna.
“L’impegno della nostra agenzia è di andare verso un modello di governance che integri sempre più il sociale con il sanitario – ha spiegato Enrico Coscioni, presidente Agenas – e che superi le differenze ancora presenti tra Regione e Regione nella presa in carico oncologica. In tal senso, le associazioni di volontariato svolgono un ruolo fondamentale, che ci aiuta anche nel far fronte ad alcune criticità che caratterizzano il nostro sistema sanitario”.
“ll riconoscimento e l’accreditamento del volontariato in ambito oncologico permetterebbe di garantire quella omogeneità di organizzazione che si traduce in una maggiore assistenza”, ha aggiunto Elisabetta Iannelli, segretario generale Favo.
Associazioni e istituzioni: una alleanza a sostegno dei pazienti oncologici
Ha commentatol’esito della giornata il professor Giampaolo Tortora, direttore di Oncologia al Policlinico Gemelli di Roma: “Le associazioni di pazienti sono storicamente legate alle istituzioni sanitarie e contribuiscono a sostenere, anche economicamente, le strutture di accoglienza. Per qualche periodo le associazioni sono state fraintese, viste come realtà impegnate più in attività di recriminazione che di miglioramento. Niente di più sbagliato: c’è una grande alleanza tra medici e associazioni, un mutuo sostegno e soccorso, la possibilità di sondare esigenze e criticità da due diverse angolazioni, compagni di viaggio per stabilire sinergie fruttuose tra istituzioni, mondo sanitario e pazienti. Una cittadinanza formata e informata è alla base della costruzione dell’offerta di salute”.