“Le aziende sanitarie si sono dotate per quasi la metà degli strumenti di televisita e di tutti gli altri opportuni accorgimenti per fare teleconsulto, telemonitoraggio e teleriabilitazione, ma soltanto poco più del 4% ad oggi li sta utilizzando”. Così Paolo Petralia, Vicepresidente nazionale vicario FIASO, la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, ha commentato con True-News.it i dati presentati lo scorso 23 maggio all’evento “Sanità Digitale: trasformare il presente per un futuro sostenibile” presso il Politecnico di Milano, promosso dall’Osservatorio Sanità Digitale.
Petralia: “Gli strumenti ci sono, manca l’organizzazione operativa”
“Questo denota una differenziazione tra quello che è il percorso della dotazione tecnologica infrastrutturale e quello che è invece il percorso dell’organizzazione operativa, ma io direi soprattutto dell’ingaggio di professionisti all’interno dei nuovi percorsi di telemedicina – ha aggiunto Petralia -. È stato sdoganato durante la pandemia l’utilizzo di questi strumenti, che già esistevano, e sempre di più sono diventati noti ai professionisti. Manca però, ancora un approccio sistemico all’interno del percorso assistenziale, curativo, ospedaliero e territoriale”.
Petralia: “Occorrono Pdta digitalizzati e il coinvolgimento dei professionisti”
Il Vicepresidente vicario di FIASO ha poi rimarcato la necessità di Pdta digitalizzati. “Questo permetterebbe l’abbattimento di numerose barriere all’efficientamento. La telemedicina è un formidabile acceleratore dello sviluppo di un sistema sanitario più sostenibile ma al tempo stesso deve essere opportunamente interpretato e quindi dobbiamo sostenere il percorso di interpretazione dei professionisti e di tutti gli stakeholders, cittadini compresi, di questa nuova modalità di costruire attività sanitarie”.