“Sicuramente il Covid ha accelerato molto il ricorso all’utilizzo del digitale nel corso della sperimentazione clinica“. Lo ha dichiarato Anna Maria Porrini, Medical Affairs & Clinical Operations Head di Roche Italia, intervenuta durante l’ultima edizione di Futuro Direzione Nord, organizzato da Fondazione Stelline insieme a Inrete e all’Associazione ItaliaStatodiDiritto con il contributo di Regione Lombardia e il patrocinio del Comune di Milano.
Per Porrini “il digitale deve rappresentare un mezzo non un fine. Deve facilitare la sperimentazione decentralizzata che sicuramente offre dei benefici: rende i trial molto più accessibili ai pazienti aumentandone la varietà. Può accelerare le tempistiche di esecuzione dello studio e facilitare la raccolta dati.
Le criticità, Porrini: “Il digitale può allontanare sia il paziente dal medico”
Eppure ci sono anche delle criticità: “Il digitale – prosegue Porrini – può allontanare sia il paziente dal medico sia i pazienti tra di loro in un’ottica di aggregazione. Purtroppo non c’è una normativa a proposito dei trial decentralizzati, sarà estremamente importante il ricorso a linee guida e a un apparato normativo. Che tuteli gli aspetti di privacy e cyber-secutity“.
Porrini: “Necessari protocolli “patient friendly”
Porrini evidenzia anche l’importanza del coordinatore dello studio, “una figura quantomai importante”. Ma un ruolo lo ha naturalmente anche il paziente: “E’ sempre stato al centro della sperimentazione clinica attorno a cui ruota tutto il resto. Per questo sono necessari protocolli “patient friendly”, conclude Porrini.