Raffaello Stradoni è Direttore Generale dell’Ats Montagna, un ruolo che richiede una conoscenza capillare del territorio. “La specificità della montagna consiste nella presenza di poca popolazione in un territorio molto vasto. Le valli sono strette e le strade non sono a quattro corsie. E poi c’è l’insuperabile ostacolo dell’altimetria”, ha spiegato durante la tappa di Brescia di Salute, un bene del territorio. I presidi territoriali e il futuro della sanità”, il roadshow promosso da Federfarma Lombardia con il supporto organizzativo di Inrete, per raccontare la recente riforma sanitaria lombarda.
Ci sono poi delle comunità che sono delle enclave dove bisogna trovare forme particolari di erogazione dei servizi sanitari. Però ci si riesce: va dato atto a Regione Lombardia di aver supportato il territorio montano”.
“Bisogna investire in forme di trasporto e in modalità di telemedicina”
Spesso, però, gli abitanti della montagna sono costretti al pendolarismo sanitario. Che, però, per Stradoni non è un aspetto totalmente negativo: “Per certi versi deve esserci: per le cose più complesse, è necessario rivolgersi dove c’è tecnologia. Se un paziente si presenta in un ambulatorio con un dolore toracico, un medico non può prescindere da un esame del sangue, per cercare degli enzimi, o di un elettrocardiogramma o un ecocardiogramma. Ma questo richiede un aspetto organizzato. Pertanto bisogna pensare a forme di trasporto, non del paziente ma dei campioni di sangue, o di modalità di telemedicina”.
Stradoni: “Non basta pensare solo alla fibra”
Gli ostacoli normativi e sistemici ci sono. E non vanno sottovalutati. Prosegue Stradoni: “Non basta pensare solo alla fibra ma a tutto ciò che vi ruota attorno: gli aspetti medico-legali, il passaggio di informazione, le modalità di remunerazione. Insomma temi sistemici che vanno messi a punto in ogni loro dettaglio”.