Nella sanità italiana ci sono preoccupanti disparità territoriali. Lo sottolinea il rapporto Svimez, “Un Paese, due cure. I divari Nord-Sud nel diritto alla salute”, presentato il 7 febbraio. Il documento mette in luce una realtà allarmante: le regioni meridionali dell’Italia sono marcatamente svantaggiate rispetto al Nord, con ripercussioni significative sulla qualità dell’assistenza sanitaria e sul benessere degli italiani.
Il rapporto svela una serie di carenze che affliggono il Sud, tra cui una minore disponibilità di servizi di prevenzione e cura, una spesa pubblica sanitaria ridotta e la necessità di percorrere distanze maggiori per accedere a trattamenti adeguati, soprattutto per patologie gravi. Queste difficoltà si traducono in un dato allarmante: circa il 22% dei pazienti oncologici del Sud è costretto a rivolgersi alle strutture sanitarie del Nord per ricevere le cure necessarie.
La disparità si estende anche agli indicatori di salute più generali, come la mortalità infantile, che presenta tassi superiori nel Mezzogiorno rispetto al resto del Paese. La pandemia ha ulteriormente esacerbato queste disuguaglianze, limitando l’aumento della spesa sanitaria che sarebbe stato necessario per colmare il divario. Inoltre, il Sud soffre di una speranza di vita inferiore e di tassi di mortalità per tumore più elevati, evidenziando una minore efficacia della prevenzione oncologica e degli screening organizzati.
Le conclusioni del rapporto Svimez non solo illustrano una situazione critica, ma sottolineano anche la necessità urgente di riforme. Aumentare la spesa sanitaria e rivedere il metodo di ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale sono passi essenziali per garantire un accesso equo alle cure in tutto il Paese, con particolare attenzione alle regioni più bisognose.
Durante la presentazione del rapporto, figure di spicco come Luca Bianchi, Direttore generale SVIMEZ, e Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, hanno enfatizzato la necessità di rendere più equo e potenziare e le risorse nel Sistema Sanitario Nazionale. Inoltre, è stata posta grande enfasi sull’importanza di investire in servizi sanitari adeguati per l’infanzia e l’adolescenza, specialmente nelle aree svantaggiate, come sottolineato da Raffaela Milano di Save The Children. La discussione ha anche toccato il tema dell’autonomia differenziata, con preoccupazioni circa il rischio che possa aggravare la dipendenza del Sud dalla sanità del Nord, come evidenziato da Annalisa Mandorino di Cittadinanzattiva.