Costo totale? 3,09 miliardi di euro. Di questi 1,64 miliardi arriveranno dal Piano nazionale di ripresa e resilienza dentro la Missione “Salute”, componente “Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale”. Gli altri 1,45 miliardi saranno reperiti dal Fondo complementare varato dal governo Draghi con decreto legge il 6 maggio. Obiettivo? Adattare le strutture ospedaliere alle attuali normative antisismiche. Il fine del progetto è la realizzazione di 559 interventi di edilizia ospedaliera in tutta Italia. È quanto emerge dalle schede tecniche dei progetti complementari al Recovery Plan italiano.
La prima fase del progetto che prenderà forma tra il 2021 e il 2026 prevede la definizione del piano di azione per l’assegnazione delle risorse e l’individuazione degli interventi prioritari. Servirà un decreto specifico firmato dal Direttore della programmazione sanitaria del Ministero della salute per poi pubblicare le gare d’appalto o un accordo quadro per interventi antisismici da parte delle regioni, anche attraverso gli enti del Sistema sanitario nazionale. Il Ministero della salute monitorerà l’avanzamento procedurale e fisico degli interventi tramite i sistemi informativi.
Le risorse programmate nel Fondo complementare prevedono la spesa suddivisa cronologicamente nel tempo: 0,25 miliardi nel 2021, 0,39 nel 2022, 0,3 nel 2023, 0,25 nel 2024, 0.14 miliardi nel 2025 e 0,12 miliardi nell’ultimo anno. In totale 559 interventi di adeguamento sismico per l’edilizia ospedaliera italiana.
Sin dal 2003 l’intero territorio nazionale è stato classificato “a rischio sismico”, obbligando la progettazione e la costruzione delle strutture al rispetto di specifiche norme e l’obbligo di effettuare controlli di vulnerabilità sismica per gli edifici di interesse strategico, incluse le strutture sanitarie, gli ospedali, che svolgono un ruolo determinante in caso di eventi a carattere emergenziale in quanto garantiscono la tempestività e l’effettiva prosecuzione degli interventi sanitari.
Uno degli aspetti interessanti della relazione illustrativa allegata alla misura è che l’attenzione non è da focalizzare solo sugli “elementi strutturali e impiantisci” ma su aspetti organizzativi che vanno dalla distribuzione di funzioni e flussi, cruciali per garantire le unità ambientali e le attrezzature necessarie per la gestione delle maxi emergenze. Il Ministero della Salute ha individuato nel 2020 la necessità complessiva di 675 interventi. Di questi almeno 109 saranno finanziati con il Pnrr, mentre 559 con le risorse del Fondo Complementare. Il programma di interventi integra quindi le risorse previste nel Recovery, già assegnate a progetti esistenti, con l’obiettivo di rinnovare e modernizzare il quadro fisico e tecnologico del settore immobiliare della sanità pubblica.
Le Regioni dovranno fornire un calendario dettagliato per la distribuzione degli interventi da eseguire nel periodo 2022-2026. Per garantire l’aderenza dell’l’iter realizzativo con il cronoprogramma degli interventi individuati è previsto l’utilizzo di Accordi di Programma, Conferenze di Servizi e Accordi Quadro, allo scopo di accelerare e semplificare le procedure amministrative di programmazione, autorizzazione e affidamento, soprattutto nelle ipotesi in cui vi sia il coinvolgimento di più amministrazioni, e con specifico riguardo al parco tecnologico degli impianti, alle licenze e le interconnessioni. A occuparsi della raccolta dei dati relativi allo sviluppo del Progetto in conformità con le leggi e i regolamenti vigenti sarà il Ministero.