di Francesco Floris
Recovery Plan, rush finale. Il Ministro dell’economia e delle finanze, Daniele Franco, è stato sentito in audizione lunedì 8 marzo dalle Commissioni congiunte Bilancio, Finanze e Politiche dell’Ue di Camera e Senato nell’ambito dell’esame della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza (Pnnr).
L’audizione di Franco: 191 mld e governance di spesa
Le novità più importanti annunciate da Franco riguardano due aspetti. Risorse e modello di governance. Il Recovery Fund per l’Italia prevede fondi per circa 196 miliardi a prezzi correnti, di cui 69 sotto forma di trasferimenti e 127 miliardi sotto forma di prestiti. Il regolamento europeo emanato a febbraio prende però a riferimento il reddito nazionale lordo dei vari Paesi nel 2019 e questo porta a una stima dell’entità delle risorse che è di circa 191,5 miliardi, leggermente inferiore a quella indicata nel piano a gennaio. Tra i nodi ancora da scogliere vi è un ulteriore margine di variabilità, in quanto solo il 70% dei trasferimenti è allocato in base a parametri già noti mentre rimane un 30% da chiarire in sede europea nel rapporto Bruxelles-Stati membri.
Organismo centrale del Mef e Audit indipendente
Verrà invece istituito l’organismo centrale presso il Mef con il compito di verificare l’efficace attuazione del Piano. Sarò affiancato da un’entità di audit indipendente, anche a tutela degli interessi finanziari dell’Unione Europea. All’interno della struttura saranno coinvolti il Ministero per l’Innovazione tecnologica, il Ministero della Transizione ecologica, il Ministero per il Sud e la coesione territoriale con funzione di coordinamento, indirizzo e gestione del monitoraggio degli interventi oltre alla rendicontazione e il controllo sulla regolarità della spesa e la valutazione degli impatti. Il Ministro ha confermato l’orientamento del governo verso le sei missioni presenti nella bozza del Pnnr predisposta dal Governo Conte II, ma si prevede il rafforzamento di alcune parti.