Il 23 aprile in Consiglio dei Ministri. Il 30 in Europa. Rush finale per il Recovery Plan italiano mentre a Bruxelles cominciano ad arrivare i primi piani nazionali di ripresa post Covid, a cominciare da quello del Portogallo. L’ultimo aggiornamento della bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza modifica le carte in tavola: nasce un fondo aggiuntivo per finanziare i progetti da finanziare in deficit nel quinquennio 2021-2026 e che arriverà a una dotazione di 30 miliardi di euro.
Per quanto riguarda la “Missione Salute”, sesto capitolo del piano, la cifra rimane invariata a 19,76 miliardi ma cambiano i capitoli di spesa: più soldi all’assistenza sanitaria territoriale e alle cure domiciliari compensati da un taglio secco del 50% alle Case di Comunità passando dai quattro miliardi iniziali ai due attuali. È quanto emerge dall’analisi del Centro Studi Inrete che nel suo report “Monitoraggio Pnrr” ha messo a confronto la bozza attuale che verrà presentata il 23 aprile dal Ministero dell’Economia e delle Finanze in Consiglio dei Ministri – quasi certamente quella destinata ad arrivare in Europa – con il documento redatto invece dai tecnici del Mef prima del 22 aprile. (SCARICA)
Nel dettaglio: su salute e sanità il maxi capitolo più finanziato rimane quello su “Innovazione, Ricerca e Digitalizzazione del Ssn” che può contare su 11,82 miliardi di cui 8,8 sull’ammodernamento tecnologico (3 miliardi sulla sicurezza degli ospedali, 4 sul parco tecnologico e digitale, 1,6 sull’infrastruttura per raccolta e elaborazione dati). Altri 3 miliardi vanno a ricerca e trasferimento tecnologico con la formazione e lo sviluppo delle competenze tecnico-professionali digitali e manageriali in sanità a fare la parte del leone, assorbendo i due terzi dello stanziamento.
Saranno 7,9 miliardi le risorse destinate al capitolo “Reti di prossimità, Strutture e Telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale”. Novecento milioni vanno sulle connessione fra salute e clima e ambiente (invariati), seguendo una linea di tendenza già indicata dall’Atto di Indirizzo del Ministero della Salute firmato a febbraio da Roberto Speranza. Due miliardi invece alle Case della Comunità per la presa in carico della persona, con un taglio secco della metà come detto poc’anzi, mentre 4 miliardi (triplicando la cifra) di cui un miliardo destinato alla Telemedicina serviranno a “trasformare” le case delle persone nel “primo luogo di cura e assistenza”. Un forte imprinting sulle cure domiciliari, dunque. Un miliardo invece (rispetto ai 2 precedenti) verrà utilizzato per sviluppare la rete delle cure intermedie. (SCARICA)