La più “importante opera sanitaria del Piemonte”. Ma anche una “grande eccellenza d’Italia”. Riparte da qui la sanità piemontese. Dalle parole sulla Città della Salute e della Scienza del medico e professore Alessandro Stecco, prestato alla politica regionale come Presidente della Commissione Salute della Regione, già direttore della Scuola di specializzazione in Radiologia dell’Università del Piemonte Orientale. Il progetto di trasferire i futuri spazi degli ospedali Molinette, Cto e Sant’Anna di Torino nell’area di via Nizza che li accoglierà, ora può partire. Lo ha annunciato lo stesso Stecco assieme all’Assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi e al Presidente della Regione Alberto Cirio, presenziando all’avvio dei lavori di bonifica del Lotto 1 che riguarda la “parte Ospedale” del cantiere del “Nuovo Parco della Salute”
Città della Salute a Torino, “superati tutti gli ostacoli”
“Abbiamo superato tutti gli ultimi ostacoli per la realizzazione di quella che sarà la più importante opera sanitaria del Piemonte, ma anche una grande eccellenza per l’Italia” dichiara il professore. “Se ne iniziò a parlare 20 anni fa e adesso abbiamo fatto in modo che diventi realtà. Dopo 1 anno durante il quale durante la bonifica sarà esperita la Gara di aggiudicazione, nei successivi 5 anni il Parco della Salute, Ospedale e Universita’, vedrà la luce”.
Da contratto appena siglato – fa sapere la Regione Piemonte – la bonifica del primo lotto finirà nel luglio 2022 e poi proseguirà quella del secondo lotto che ospiterà la parte universitaria. La durata complessiva sarà di 546 giorni. La consegna dei progetti definitivi, invece, è prevista per l’aprile del 2022. Il cantiere verrà ultimato nel 2027. La stazione appaltante AOU Città della Salute di Torino ha affidato i lavori all’associazione temporanea di imprese Unieco Holding Ambiente S.r.l. capogruppo (mandataria) di Reggio Emilia, aggiudicataria dell’appalto. Lo studio professionale incaricato della direzione dei lavori è la società ST&A S.r.l di Binasco (Milano).
Città della Salute a Novara
Ad altre latitudini si scommette altrettanto sull’edilizia ospedaliera di ultima generazione – anche finanziata dal Recovery – ma non con la stessa rapidità. A Novara c’è da spingere gli ingranaggi della pubblica amministrazione per far sì che anche il capoluogo di provincia possa ospitare la “sua” Città della Salute e della Scienza. La gara è andata deserta per realizzarla con la formula del partenariato pubblico privato ed è stata fortemente condizionata nella partecipazione delle aziende da fattori di convenienza strettamente legati alla situazione post pandemica. “È uno stop temporaneo – dice Alessandro Stecco – che deve ulteriormente alzare il livello di attenzione, con lo scopo rimettere al più presto sui binari la procedura per portare la città di Novara, l’Università e l’intero quadrante del Piemonte Orientale ad avere quanto prima un polo clinico ospedaliero, oltre che didattico e scientifico”. Brutte notizie ma ad ogni modo “la Città della Salute e della Scienza di Novara non ferma la sua progettualità” assicura il consigliere regionale della Lega
Certo, l’attrattività di investimenti in alcuni aree del Paese è diversa e l’iter che ha accompagnato la decisione di Novara è già stato lungo e difficoltoso in precedenza prima di essere sbloccato dalla Giunta regionale con un lavoro di moral suasion su Roma e Ministero. Non finisce qui. “Sono certo che l’assessore alla Sanità Icardi, il presidente Cirio e il direttore generale dell’Aou Maggiore della Carità di Novara Zulian troveranno la soluzione per rimettere in moto adeguatamente il meccanismo operativo che porterà Novara ad avere la sua Città della Salute e della Scienza, valutando ogni strada compresa la richiesta di una maggiore quota di finanziamento pubblico dell’opera al ministero della Sanità”.