“Le aziende come Roche portano innovazione nel sistema salute, oltre che investimenti: Roche è prima per ricerca clinica per investimenti a livello globale. E lo è anche grazie a una ingente quantità di risorse immesse in Italia per la ricerca clinica”. Lo ha dichiarato Raffaella Cramarossa, Government Affairs Lead di Roche Italia, al termine dell’evento “La sanità del futuro, un bene indivisibile da Nord a Sud”, tenutosi l’11 dicembre presso il ministero della Salute. Un’iniziativa promossa da Inrete con il patrocinio del ministero. Nell’evento si è delineato l’approccio One health, una visione innovativa e ambiziosa per la sanità del Paese che prevede una strategia circolare per migliorare la salute dei cittadini.
“Perché investimenti e ricerca abbiano frutto serve che il sistema internazionale, ma anche nazionale, affrontino le sfide portate dalla necessità di garantire la sostenibilità. Accanto all’innovazione, il paradigma sono le terapie geniche, che hanno una serie di questioni da risolvere perché si possa collaborare sempre meglio rispetto a queste terapie salvavita”, ha aggiunto Cramarossa.
“Vediamo tre sfide davanti a noi. La gestione dei dati nelle terapie geniche, che sono assolutamente limitati ed è necessario avere un approccio innovativo anche rispetto alla reward evidence che garantisce un follow up di predittività e durabilità di queste terapie nei pazienti. La diagnosi precoce: lo screening neonatale rappresenta una prestazione salvavita per tanti bambini e cambia il destino degli infanti in un territorio a seconda se questo approccio esista o meno, quindi la sfida e l’opportunità è omogeneizzare questa prestazione su tutto il territorio nazionale. Infine, infrastruttura e programmazione tra ambito nazionale e regionale, che deve tener conto del dialogo con le aziende per poter programmare nella maniera più efficace gli interventi e far sì che ci sia attenzione a tutto il percorso del paziente, dalla somministrazione alla competenza medica e la competenza dei professionisti sanitari fino alle strutture a disposizione dove somministrare le terapie. Il tutto con un occhio alla sostenibilità, perché sono terapie spesso molto costose ma che danno esiti di efficacia nel lungo termine. Occorre cambiare l’approccio nei confronti di queste terapie, dal momento che si parla di un grosso iato temporale tra quando vengono somministrate a quando se ne vedono i benefici”, ha concluso.