“Occasione unica” e “rischio” contemporaneamente. Sono in pochi, di questi tempi, a mettere in luce anche gli aspetti critici o scivolosi, almeno in potenza, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. A maggior ragione sui “capitoli” sanitari durante una pandemia. Con true-news lo fa Fulvio Moirano, Amministratore di Fucina Sanità, società piemontese specializzata nel settore healthcare che si occupa di interventi organizzativi mirati allo sviluppo gestionale autonomo delle competenze interne all’organizzazione sanitaria. E nella mission dell’azienda ci sono anche i timori del suo numero uno. “Il denaro che oggi arriva e arriverà in grandi quantità deve essere destinato a generare un cambiamento organizzativo. Non può essere solo una questione di risorse economiche” dice Moriano parlando a margine del panel “Ricerca Innovazione Sviluppo” lo scorso 13 dicembre alla Fondazione Stelline di Milano durante la quattordicesima edizione di “Direzione Nord” .
“Se investiti male, queste risorse tra quattro anni diverranno costi aggiuntivi”
“Se investiamo queste risorse – spiega l’Amministratore di Fucina Sanità – solo per mantenere o incrementare il personale sanitario, le tecnologie, le attrezzature ma senza andare a intaccare le inefficienze del sistema, allora fra tre-quattro anni avremo la perdita di questo finanziamento aggiuntivo ma allo stesso tempo costi aggiuntivi rimarranno senza aver cambiato la struttura dell’offerta”.
Moirano: “La rete ospedaliera non può rimanere uguale ad oggi”
Un esempio? “Tutto ciò che riguarda la rete ospedaliera – afferma Fulvio Moriano – non può rimanere uguale ad oggi” perché “se andiamo a fare forti investimenti sul territorio, in maniera efficace ed efficiente, è evidente che dentro gli ospedali ci saranno meno attività e quindi bisognerà ridefinire in maniera strutturata quella che è la attuale rete di offerta ospedaliera”. Sulla quale, tuttavia, “ci sono naturalmente molte più attenzioni politiche e sociali anche rispetto ad ospedali piccoli, magari collocati vicini a strutture di primo o secondo livello e nonostante ciò sempre difesi con forza, anche laddove le condizioni geografiche non ne giustifichino l’esistenza”.
“La ristrutturazione non verrà fatta facilmente”
Il timore del numero uno della società che si occupa di modelli organizzativi e governance sanitaria è che che l’attività di ridisegno e ristrutturazione complessiva nel tempo, funzionale a cambiare i modelli anche grazie ai soldi del Pnrr, “non verrà fatta facilmente e quindi potremmo correre il rischio di mantenere lo status quo sulla rete di offerta ospedaliera avendo allo stesso tempo implementato attraverso i finanziamenti aggiuntivi europei e anche nazionali, ma comunque temporanei, le attività sul territorio che ci devono consentire di andare a rivedere le reti precedenti. Se così non fosse, ecco che abbiamo un problema”.
Prevenzione: una fiche sulla quale scommettere
Una fiches sicura sulla quale invece scommetterebbe Moirano è un’altra: la prevenzione. Che, come raccontato da true-news elaborando gli open data del Ministero dell’Economia e delle Finanze, assieme alla voce “Ricerca” assorbe solo il 5% della spesa sanitaria totale in un anno. Uno dei “peccati originali” della nostra spesa pubblica in welfare visto che, chiude Fulvio Moirano, “gli investimenti in prevenzione sono gli unici economicamente vantaggiosi e allo stesso tempo in termini di qualità della salute delle persone”.