Home Pharma Sanità, l’incontro del Club Santé: investimenti e digitalizzazione, la sfida dei privati e della politica

Sanità, l’incontro del Club Santé: investimenti e digitalizzazione, la sfida dei privati e della politica

Sanità, l’incontro del Club Santé: investimenti e digitalizzazione, la sfida dei privati e della politica

Investimenti, digitalizzazione e un diverso modello di organizzazione per avvicinare i servizi ai cittadini. Sono questi i tre elementi principali emersi dall’incontro, nell’ambasciata francese a Roma sotto l’impulso dell’ambasciatore Christian Masset, promosso dal Club Santé con gli attori interessati e con i rappresentanti del governo. L’appuntamento, come è stato sottolineato dal viceministro alle Imprese e al made in Italy, Valentino Valentini, è stato anche un modo per tradurre «quello che è il Trattato del Quirinale.

Una collaborazione tra due Paesi su temi cruciali e condivisi». Un valore strategico e geopolitico, oltre che sanitario. Una visione confermata dall’ambasciatore Masset: “Questo incontro dimostra la dinamica comune molto forte avviata dalle aziende francesi e italiane e la loro volontà di far crescere le relazioni economiche tra Italia e Francia nello spirito del Trattato del Quirinale», parlando del momento che stimola la “nascita di nuove partnership tecnologiche e industriali”.

L’incontro voluto dal club Santé

Il punto di partenza è rappresentato dalla volontà di portare avanti questa iniziativa da parte del club Santé, associazione senza scopo di lucro che mette insieme le aziende francesi del settore della salute e della sanità, presenti in Italia. Una macchina che contribuisce all’economia italiana con circa 12.600 persone impiegate, investimenti di oltre 6 miliardi di euro un fatturato di 3 miliardi e 700mila euro nel 2022.

Le realtà imprenditoriali che afferiscono al Club sono profondamente radicate nel nostro Paese. Sono aziende d’eccellenza che credono nelle sue grandi potenzialità e ne accrescono la competitività a livello internazionale”, ha affermato Marcello Cattani, presidente di Club Santé, e presidente e amministratore delegato di Sanofi per Italia e Malta. Dal suo punto di vista c’è lo spirito per avviare un «confronto con i nuovi interlocutori istituzionali volutamente concreto e costruttivo».

Sanità e politica: gli impegni del governo Meloni

La politica ha fornito la propria versione, promettendo un supporto. Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha sottolineato lo sforzo del governo di Meloni di garantire un maggiore investimento sulla sanità pubblica, puntando però non solo «a metterci i quattrini», rivendicando l’allocazione di 7 miliardi di euro sul fondo sanitario nazionale. In ballo c’è però la revisione del modello organizzativo della sanità italiana, con la maggiore attenzione alla medicina territoriale. “La chiave – ha osservato il sottosegretario – è considerare la spesa in sanità non come un onere bensì come fondamentale investimento in salute, in un circolo virtuoso di ottimizzazione delle risorse a beneficio di tutti».

La piccola grande rivoluzione è poi quella di “considerare che la continuità della presa in carico del paziente tra ospedale e territorio” deve tenere in conto della “razionalizzazione dei presidi intermedi e di prossimità insieme al “necessario coinvolgimento della rete dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e delle farmacie”. Cambiamenti che richiedono un nuovo ruolo alla “telemedicina, che con l’offerta dei diversi strumenti di sanità digitale è in grado di declinare in modo più in concreto il concetto di casa come primo luogo di cura”.

Sanità e digitalizzazione

Un capitolo, quello della digitalizzazione, che vede come protagonista un altro attore governativo: il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti. “Con la trasformazione digitale abbiamo oggi l’opportunità di aumentare le nostre capacità di prevenzione e reazione, ottimizzare i costi, ma soprattutto garantire ai cittadini un equo accesso ai servizi sanitari”, ha osservato Butti.

Dal dipartimento di Palazzo Chigi arriva un altro impegno, a cominciare dalle risorse. “Per la sanità digitale abbiamo stanziato oltre 2 miliardi di euro dal Pnrr”, ha ricordato Butti, aggiungendo che “sarà nostro compito procedere in modo deciso, coinvolgendo gli operatori pubblici e privati” con lo scopo di garantire “la sicurezza dei dati e favorendo gli incentivi a sostegno dell’innovazione nel campo della sanità”.

Così con l’avanzamento della digitalizzazione si può affrontare quello che Butti ha definito il “combinato disposto” tra l’innalzamento dell’età media, e quindi l’aumento di patologie croniche, e la carenza di personale sanitario, dai medici agli infermieri. Mentre dal lato imprenditoriale, Valentini ha ricordato le opportunità del settore, che ha una naturale vocazione all’esportazione. Così sarà offerta una spinta pubblico “grazie anche al rinnovamento del sistema degli incentivi, sia in termini organizzativi, grazie alla creazione di strutture dedicate a favorire gli investimenti sul nostro territorio.

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