Home Pharma Sicurezza dei medici, Schillaci: “Ospedali come stadi: controlli e arresti immediati per chi aggredisce”

Sicurezza dei medici, Schillaci: “Ospedali come stadi: controlli e arresti immediati per chi aggredisce”

Orazio Schillaci vita privata

La sicurezza degli operatori sanitari torna al centro del dibattito politico. In seguito ai recenti episodi di violenza ai danni di medici e infermieri, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato durante il question time del 18 settembre un pacchetto di misure straordinarie. La proposta prevede l’introduzione dell’arresto in flagranza differita, che consentirà alle forze dell’ordine di intervenire entro 48 ore dall’aggressione sulla base di testimonianze video o fotografiche. L’obiettivo è fermare l’escalation di aggressioni, già insostenibile, come dimostrano i recenti episodi a Cagliari e Bolzano, dove un medico è stato schiaffeggiato e un altro accoltellato.

“Ospedali come stadi” è la metafora utilizzata da Schillaci per descrivere l’introduzione di filtri all’ingresso e telecamere, una misura simile a quella applicata negli impianti sportivi per garantire la sicurezza. Ma il piano del governo non si ferma qui: sono in corso valutazioni per aumentare il numero di posti di polizia negli ospedali, che già nell’ultimo anno sono passati da 120 a 196. “Non basta l’arresto in flagranza”, ha detto Schillaci, “serve un cambiamento culturale per ridurre le aspettative irrealistiche dei pazienti e migliorare il dialogo tra medici e cittadini”​.

Nuove sfide per la sanità: la sindrome Pandas e Pans sotto i riflettori

Oltre alla sicurezza del personale, il ministro Schillaci ha posto l’accento su un altro tema delicato: le sindromi neuropsichiatriche infantili Pandas e Pans. Poco conosciute e diagnosticate, queste sindromi colpiscono 1 bambino su 11.765 nella fascia di età tra i 3 e i 12 anni. “Abbiamo costituito un gruppo di lavoro per promuovere una maggiore consapevolezza diagnostica e valutare il possibile riconoscimento di queste patologie come malattie rare”, ha spiegato il ministro. Attualmente, il trattamento di queste sindromi prevede terapie antibiotiche e neuropsichiatriche, ma la scarsità di conoscenze sulla loro origine rende difficile un inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)​.