Sulla “tematica del payback dei dispositivi medici, la questione va affrontata con azioni che tengano conto della situazione attuale al fine di individuare soluzioni condivise”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in un messaggio inviato al convegno ‘Dispositivi medici. Ricerca, innovazione e governance per il futuro del Ssn. Il caso del Payback‘, organizzato da Gutenberg a Roma.
Il Ministro: ” Se tutti ci poniamo in quest’ottica, riusciremo a traghettare il sistema dei dispositivi medici verso un modello di governance vincente”
Un incontro in cui gli industriali del settore, hanno sottolineato la necessità di “cancellare PAYBACK per futuro del Servizio sanitario nazionale”. “Sono certo – ha scritto Schillaci riferendosi alle condivisione delle soluzioni – che, se tutti ci poniamo in quest’ottica, riusciremo a traghettare il sistema dei dispositivi medici verso un modello di governance che porrà l’Italia, le sue istituzioni e le sue imprese ai primi posti nel mondo”.
Payback, insorgono anche i chirurghi
Sul piede di guerra, per le ricadute che può avere il payback sulla disponibilità di dispositivi medici, anche Marco Scatizzi, Presidente dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani: “Questa mattina ho voluto sottolineare, ancora una volta, la preoccupazione della nostra Societa’ Scientifica sul tema payback dispositivi medici. Questa vicenda non solo rischia di mettere in ginocchio migliaia di aziende italiane ma soprattutto sara’ un rischio ulteriore per i malati che si affidano al Servizio Sanitario Nazionale: abbiamo bisogno dei migliori strumenti per dare la piu’ efficace prestazione possibile ai nostri pazienti. Ma cosa accadra’ se nelle nostre sale operatorie arriveranno dispositivi di serie B?”
Scatizzi: “Ho apprezzato le parole del Ministro Schillaci che questa mattina ha parlato di individuare ‘soluzioni condivise”
Tra poche settimane – continua Scatizzi – ci potremmo trovare di fronte ad un rischio desertificazione delle piccole e medie aziende che ci consentono di erogare servizi fondamentali per una sanita’ sicura. O peggio, con i 21 servizi sanitari regionali presenti nel nostro Paese e le evidenti ripercussioni legate al payback sui dispositivi medici, assisteremmo ancora una volta all’acuirsi delle differenze sulla qualita’ dei servizi tra regioni che si andranno a sommare alle regole diverse di approvvigionamento tra strutture pubbliche e strutture private convenzionate. Per questo ho apprezzato le parole del Ministro Schillaci che questa mattina ha parlato di individuare ‘soluzioni condivise’ per superare questo problema: le ripercussioni di questa vicenda non cadranno solo sulle spalle delle aziende, ma anche sulle spalle di noi chirurghi e, cosa peggiore, sulle spalle dei nostri pazienti. Non ce lo possiamo permettere”.