La proposta di estendere lo scudo penale per i professionisti sanitari fino al 31 dicembre 2024, emersa dagli emendamenti al decreto Milleproroghe, è stata accolta con favore dalla categoria. Questa misura limiterebbe la punibilità degli operatori sanitari ai soli casi di colpa grave. La motivazione dietro questa estensione, come sottolineato dal presidente della Federazione degli Ordini dei Medici, Filippo Anelli, è di fronteggiare l’aumento delle denunce contro i medici, molte delle quali si concludono senza conseguenze legali significative.
“Lo avevamo chiesto al ministro Nordio – ha precisato Anelli in un video per Fnomceo Tg Sanità – che ha istituito una Commissione proprio sulla responsabilità medica, presieduta dal magistrato Adelchi d’Ippolito. Lo abbiamo chiesto al ministro Schillaci, che è più volte intervenuto sul tema, ribadendo la necessità di normare la non punibilità dei medici andando a definire anche le caratteristiche della colpa grave”.
Il fenomeno della medicina difensiva, caratterizzato da pratiche mediche eccessivamente caute a causa del timore di azioni legali, è un problema in crescita in Italia. L’obiettivo degli emendamenti del Milleproroghe è ridurre la pressione sui medici, permettendo loro di esercitare la loro professione con maggiore serenità. Anelli ha enfatizzato l’importanza di questa misura per la società civile, esprimendo gratitudine verso i parlamentari per il loro supporto.
Questa iniziativa arriva in un contesto di carenza di personale sanitario e di sfide strutturali nel sistema sanitario, aggravate dalla pandemia di COVID-19. L’emendamento, se approvato, dovrebbe funzionare come una soluzione temporanea, in attesa di una riforma più ampia della responsabilità medica in Italia (sarà valido fino al 31 dicembre 2024).
Ma lo scudo penale per i medici rappresenta solo una parte delle sfide affrontate in Aula. Un tema controverso riguarda la proposta, presentata diverse volte in Parlamento, di consentire ai medici di rimanere in servizio volontariamente fino ai 72 anni, superando il limite attuale di 70 anni. Questa misura mira a contrastare la carenza di personale sanitario, ma ha incontrato resistenze dai sindacati medici, che la considerano troppo specifica e vantaggiosa per un limitato numero di medici, principalmente dirigenti.
Due emendamenti sono in discussione: uno per estendere l’età pensionabile a 72 anni senza restrizioni e un altro, più favorevole ai sindacati, che permetterebbe ai medici di lavorare oltre i limiti di età solo se impegnati in attività di tutoraggio e assistenza, senza mantenere incarichi dirigenziali.